Foto: STA
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A partire da lunedì 8 novembre il criterio GVT (guarito-vaccinato-testato) sarà richiesto a partire dai dodici anni e dovrà essere esibito con un documento di identità ; i negozi dovranno garantire il rispetto dei 10 metri quadrati per ogni avventore e dovrà essere esibito all’ingresso il numero massimo di clienti; i test rapidi e gli autotest saranno nuovamente gratuiti ; potranno essere utilizzate solo le mascherine chirurgiche e quelle Fffp2, mentre quelle di stoffa non saranno più considerate regolari.

Vietate le feste, le manifestazioni pubbliche e tutti i tipi di assembramenti e chiuse le discoteche e i locali notturni; mentre gli altri locali potranno restare aperti dalle 5 di mattina alle 22, con servizio esclusivamente al tavolo. Per le manifestazioni culturali e sportive sarà richiesto l'utilizzo della mascherina, il rispetto dei criteri GVT e l'alternanza dei posti a sedere per garantire il distanziamento. Le stesse regole varranno anche per le cerimonie religiose. Gli studenti dal 15 novembre dovranno testarsi tre volte la settimana a scuola e non più a casa. Da questo obbligo saranno esentati i vaccinati.

Dopo l’allarme lanciato dai direttori delle strutture ospedaliere del paese il ministro della sanità aveva annunciato già nel pomeriggio che i letti nei reparti Covid raggiungeranno le 1200 unità e quelli in terapia intensiva le 300. Saranno anche aumentati gli stipendi del personale infermieristico.

Per l’ennesima volta il capo del gruppo di esperti anti-Covid del governo Mateja Logar ha ripetuto l’appello alla responsabilità per facilitare la tenuta del sistema sanitario, che nelle prossime settimane sarà messo a dura prova.

Il direttore dell’Istituto nazionale di sanità pubblica Milan Krek ha detto che se si vorrà mantenere la società e le scuole aperte i cittadini dovranno rispettare le regole, evitare pericolosi assembramenti e vaccinarsi almeno con due dosi in modo da combattere in modo efficace il virus.

Niente lockdown, quindi, ma un compromesso tra politica ed esperti, che hanno smentito le voci che ipotizzavano le dimissioni di Poklukar o quelle del ministro dell’economia Počivalšek.

Barbara Costamagna