Foto: Fifaco
Foto: Fifaco

“Un piano per dare vita a un nuovo organismo di matrice politico eversiva”, e che comprende anche nuove realtà come i no vax. Sarebbe stato questo il progetto dei leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, indagati per terrorismo, come riporta il quotidiano la Repubblica, dalla Procura di Bari.
Forza Nuova è un movimento ritornato spesso al centro delle cronache politiche e anche giudiziarie. Il suo fondatore, Roberto Fiore, neofascista dichiarato, già creatore di Terza Posizione, condannato per banda armata e associazione sovversiva, ma dichiarato estraneo all’organizzazione della strage di Bologna, è tornato in Italia nel 1997, dopo un periodo in Gran Bretagna per sfuggire a un ordine di arresto, e più recentemente Fiore e Castellino sono stati indagati per devastazione, saccheggio, resistenza a pubblico ufficiale e violenze per l’assalto alla sede romana della Cgil nel corso di una manifestazione contro il Green pass lo scorso ottobre.
L’assalto annunciato dal palco della manifestazione, e puntualmente portato a termine, s’inserirebbe però in una strategia più ampia, su cui indagano ben sei procure coordinate dalla Direzione Investigativa Antimafia.
Secondo le indagini, i due avrebbero un progetto “che comprende ma non si esaurisce in Forza Nuova”, in cui si mettono insieme “un movimento storicamente organizzato e politicamente attivo, in grado di avere strutture, personale e risorse finanziarie, come Forza Nuova”, e aggregazioni “politicamente, molto meno o per niente orientate, come la galassia No Vax interessata però allo stesso piano di natura eversiva nei confronti dello Stato”.
Gli indagati, Fiore e Castellino non sono gli unici, sono accusati fra l’altro di “addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale”. Fra i nomi delle persone indagate ci sono anche elementi che si sono proposti come portavoce di commercianti o esercenti, ma che avrebbero contatti con i clan della criminalità organizzata pugliese, Un arcipelago di movimenti molto diversi, ma che hanno in comune l’insofferenza per i provvedimenti dello Stato contro il Covid e inneggiano “alla rivoluzione, al disordine sociale, alla necessità di saccheggiare i supermercati e organizzare manifestazioni, anche violente, contro il governo italiano e i suoi rappresentanti”.
Anche in questo caso i contatti, fra gruppi sparsi in tutto il paese, avvenivano sfruttando i social, diventati ormai il canale di comunicazione preferenziale dei movimenti eversivi. Nelle comunicazioni, accanto a manifesti contro il governo, ci sono anche riferimenti espliciti ad armi, e la polizia sta anche ricostruendo passaggi di denaro che hanno permesso l’organizzazione di alcune manifestazioni e sono serviti a sostenere le spese legali di alcuni neofascisti.

Alessandro Martegani