Ormai ci siamo: fra poche ore i “grandi elettori”, cominceranno a votare per eleggere il successore di Sergio Mattarella che è giunto ormai alla fine del suo mandato di sette anni.
La procedura di elezione dei presidenti della Repubblica italiana è regolamentata dagli articoli 83, 84 e 85 della Costituzione, e prevede un’elezione indiretta, vale a dire mediata dai rappresentanti eletti dai cittadini, i grandi elettori: deputati e senatori, più 58 delegati eletti dai Consigli regionali, in tutto 1.009 votanti riuniti, perlomeno prima del Covid, nell’aula di Montecitorio presieduta dal Presidente della Camera.
Può essere eletto Capo dello Stato ogni cittadino italiano che abbia compiuto 50 anni e goda dei diritti politici e civili.
L’elezione si svolge con votazioni a scrutinio segreto: nei primi tre scrutini è richiesta la maggioranza di due terzi dell’assemblea, in questo caso 673 elettori su 1.009; dal quarto scrutinio in poi è sufficiente la maggioranza assoluta, 505 elettori.
Nella storia della Repubblica solo Francesco Cossiga nel 1985 e Carlo Azeglio Ciampi nel 1999 sono stati eletti dopo una sola votazione. In tutti gli altri casi ne sono state necessarie almeno quattro. L’elezione più complessa è stata quella del 1971, quando Giovanni Leone fu eletto dopo 23 votazioni.
A complicare le cose questa volta però c’è anche la pandemia, che potrebbe sottrarre all’assemblea una quota di componenti costretti in quarantena. Non è stato consentito il voto in remoto, e c’è quindi il problema di come far votare eventuali positivi al Covid.
È prevista una sola votazione al giorno, rispetto alle tradizionali due, per permettere la sanificazione e l’aereazione dell’aula. L'accesso a Montecitorio sarà consentito solo se in possesso di Green pass “base”, per un massimo di 50 grandi elettori alla volta e in aula non potranno comunque mai esserci più di 200 persone.
Si voterà per fasce orarie, in ordine alfabetico: prima i senatori a vita, poi i senatori, quindi i deputati e infine i delegati regionali. Fra i voti e lo spoglio dovrebbero passare quattro ore e mezza. Via anche i tradizionali catafalchi in legno con le tendine, sostituiti da cabine con un sistema di aerazione per garantire la riservatezza del voto, ma anche la sicurezza.
L’unica occasione in cui i grandi elettori si ritroveranno in aula tutti assieme, sarà il giuramento del nuovo Presidente, ma comunque per accedere all’emiciclo dovranno sottoporsi a un tampone e ottenere esito negativo.

Alessandro Martegani