Dopo le polemiche è arrivato anche il momento delle carte bollate nel braccio di ferro che divide la città di Trieste: nonostante gli sforzi della giunta Dipiazza per convincere tutta la città dell’opportunità di realizzare la cosiddetta “ovovia”, la funicolare che dovrebbe unire il Porto vecchio all’altopiano, in città sono sorti i primi comitati contrari all’infrastruttura e ora è partita anche la campagna per raccogliere le firme per un referendum contro il progetto del comune.
In un incontro convocato per presentare l’iniziativa, il comitato per il referendum “No ovovia” ha detto di voler coinvolgere quel “settantacinque per cento di triestini che non sono rappresentati dall'attuale amministrazione”. Il percorso non è però semplicissimo: prima bisognerà raccogliere 500 firme per poter presentare il quesito referendario, poi, una volta ottenuta l’ammissibilità, deve partire la raccolta delle firme vera e propria, che dovrà ottenere l’appoggio del 6 per cento dell'elettorato, vale a dire 12 mila adesioni.
Un obiettivo non facilissimo, ma che potrà contare anche sulle strutture e sui contatti di molte forze politiche, come il Pd, Adesso Trieste o i 5 Stelle che avevano da subito espresso molte perplessità sull’operazione. Per il comitato si tratta di una struttura che impatta eccessivamente sull’ambiente, troppo costosa, non adatta a una città come Trieste con molte settimane di vento forte ogni anno, e soprattutto il comune avrebbe agito senza coinvolgere la cittadinanza.

Contro la cabinovia si è espresso esplicitamente anche il WWF di Trieste , che ritiene il progetto non sostenibile, che provocherebbe un danno ambientale neanche calcolabile e creerebbe a livello a nazionale un precedente in grado di alterare la distribuzione dei fondi PNRR.
Proprio sulla destinazione dei fondi si era accesa la battaglia politica in Consiglio comunale: per Francesco Russo, del Pd, i fondi possono essere destinati a infrastrutture più utili e adatte alla città, come delle linee di tram; per la Giunta invece lo stanziamento da 48 milioni non può essere utilizzato per altre opere.
Gli assessori comunali alle Politiche del Patrimonio immobiliare Elisa Lodi e alle Politiche Finanziarie Everest Bertoli, hanno citato una nota del Ministero delle Infrastrutture che confermerebbe l’impossibilità di utilizzare i fondi previsti per la cabinovia metropolitana all’interno del PNRR per altri scopi. “Stiamo lavorando a dei miglioramenti della linea e a delle ipotesi di modifiche – ha detto l’assessora Lodi –: nei prossimi giorni avremo gli incontri con i progettisti e faremo il passaggio successivo per dare l’incarico alla progettazione esecutiva”.

Alessandro Martegani