Il Tribunale di Trieste presidiato dalla polizia (Foto: Martegani)
Il Tribunale di Trieste presidiato dalla polizia (Foto: Martegani)

Ugo Rossi questa volta resta agli arresti domiciliari: il consigliere comunale no vax, protagonista di uno scontro con la polizia locale venerdì scorso, è comparso oggi di fronte al giudice delle indagini preliminari a Trieste che ha convalidato il fermo e confermato la misura cautelare con l’accusa di resistenza a Pubblico Ufficiale.
Rossi aveva cercato di entrare senza Green pass in un ricreatorio dove era in corso un sopralluogo di una commissione del Consiglio Comunale, e, prima di essere portato via dalla polizia locale, avrebbe spintonato un’assessora, che lo ha querelato, e una dipendente del comune.

Ugo Rossi
Ugo Rossi

Rossi, dopo esser stato portato in caserma, era stato posto agli arresti domiciliari nella sua casa di Udine, dalla quale aveva lanciato via Facebook pesati accuse alle forze dell’ordine, dicendo di essere stato “percosso e torturato” dagli agenti. Parole che probabilmente daranno il via a un’altra querela da parte della polizia locale.
Mentre l’udienza era in corso alcuni attivisti no vax si sono radunati di fronte al tribunale, che però era presidiato da una ventina di agenti della polizia e della polizia locale, e non ci sono state tensioni.
La situazione di Rossi, che è già stato condannato in primo grado a 5 mesi con la condizionale per un caso analogo (la rissa di fronte alla posta di San Giovanni con alcuni Carabinieri), e aveva già beneficiato della condizionale in un procedimento precedente, ora rischia di precipitare: se venisse condannato infatti non potrebbe più beneficiare della sospensione della pena.
Nell’immediato però si mette in discussione anche la sua presenza in Consiglio comunale: vista l’impossibilità di partecipare alle sedute a causa degli arresti, potrebbero essere invocate le disposizioni del regolamento del Consiglio che prevedono la decadenza di un consigliere che non partecipi senza giustificazione a tre assemblee consecutive, anche se, come sottolinea dallo stesso sindaco Dipiazza, che pur aveva auspicato un allontanamento del consigliere, si tratta di una procedura che sicuramente darebbe il via a una serie di ricorsi, e probabilmente anche di proteste.
Quello di oggi fra l’altro non è l’unico procedimento per il consigliere no vax, che è stato querelato anche dalla Comunità ebraica, per aver esibito una tessera fascista e una nazista cercando di entrare nella Risiera di San Sabba prima della cerimonia del Giorno della Memoria.

Alessandro Martegani