Tra gli esordi più sorprendenti e apprezzati del cinema italiano recente, "Piccolo corpo", coproduzione fra Italia, Francia e Slovenia, legata alle tradizioni e al folklore del Friuli Venezia Giulia, porta in dote alla trentenne triestina Laura Samani anche la nomination come regista esordiente ai David di Donatello, i più importanti premi del cinema nazionale insieme ai Nastri d'argento, che saranno consegnati il 3 maggio a Roma.

"Piccolo corpo", 'favola nera' ambientata in Carnia e recitata da attori non professionisti in friulano e in dialetto veneto, è stato presentato in anteprima al festival di Cannes un anno fa alla Semaine de la Critique, accolto da ottime recensioni, ed è stato quindi selezionato da numerose rassegne internazionali, compreso il festival del cinema sloveno di Portorose, dove ha ottenuto i premi per la migliore fotografia e per la migliore coproduzione di minoranza. Premi meritatissimi, perché il film, che racconta il viaggio di una giovane madre verso il santuario di Trava, santuario, dove, si diceva, i bambini nati morti potevano tornare miracolosamente in vita per il tempo di un respiro ed essere battezzati, salvando la loro anima dalla condanna del limbo, è una pellicola intensa e toccante, davvero bellissima.

Quanto alle altre candidature annunciate ieri, il film di Paolo Sorrentino "È stata la mano di Dio", già nella cinquina dei candidati all'Oscar per il miglior film straniero, guida le nomination ai David con 16 candidature, a pari merito con "Freaks out" di Gabriele Mainetti. Seguono "Qui rido io" di Mario Martone con 14 e "Ariaferma" di Leonardo Di Costanzo, con lo straordinario duetto attoriale fra Toni Servillo e Silvio Orlando, con 11. Tante quante se ne porta a casa anche "Diabolik", adattamento cinematografico dell'omonimo fumetto firmato dai Manetti Bros, tra cui quella come miglior attrice protagonista a Miriam Leone nei panni di Eva Kant.