Foto: UNHCR/Marco Albertini
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Sono quasi 100 mila i rifugiati giunti in Italia dall’inizio della guerra in Ucraina, la stragrande maggioranza, 93 mila, sono arrivati via terra, principalmente attraverso i valichi di Fernetti e di Tarvisio,
I dati sono stati resi noti in occasione dell’apertura, presso i due punti di frontiera, di due strutture di supporto, chiamate anche “Blue Dot”, a disposizione delle persone in fuga dall'Ucraina.

Foto: UNHCR/Marco Albertini
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Si tratta di strutture prefabbricate, dedicate soprattutto all’accoglienza e alla protezione dei bambini, delle donne e delle famiglie che scappano dall’Ucraina, e diventati ormai una consuetudine per l’assistenza in contesti di emergenza. Dall’inizio della crisi in Ucraina, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati e UNICEF ne hanno attivati 20 in sei paesi coinvolti dai flussi in ingresso. Altri 29 sono in via di attivazione.
Si tratta di spazi che forniscono, fra le altre cose, ristoro per donne e bambini, informazioni, assistenza da parte di tecnici ed esperti. Fra i servizi offerti ci sono anche l’individuazione, l’assistenza e l’invio di minorenni a rischio, e di persone con bisogni specifici. Dei 100 mila arrivi in Italia, oltre 50 mila sono donne e 35 mila bambini.
I due centri di supporto Blue Dot, avviati in partnership, tra gli altri, con Arci, Donne in Rete contro la violenza e Save the Children, sono “una prima risposta ai bisogni più urgenti delle persone in arrivo”, per evitare, come ha sottolineato Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per Italia, Santa Sede e San Marino “anche rischi di subire violenza di genere, tratta, abusi, traumi psicologici o di separarsi dalle proprie famiglie”, tutti fenomeni purtroppo diffusi in questo tipo di situazioni.

Alessandro Martegani

Foto: UNHCR/Marco Albertini
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