Con la guerra in Ucraina si fa fatica a pensare a che senso abbia fare una Mostra, e a dirlo è proprio la curatrice della Biennale Arte 2022 Cecilia Alemani, non la prima donna ma la prima italiana a rivestire questa posizione. Per la Alemani un senso la sua espozione, intitolata "Il latte dei sogni", e dedicata all'artista surrealista Leonora Carrington, ce l'ha: un ribaltamento rispetto alla storia della grande rassegna veneziana, che ha sempre avuto una predominanza di artisti uomini, mentre questa, che torna dopo due anni di pandemia ad aprire le porte ai Giardini e all'Arsenale, è l'edizione delle donne, in assoluto prevalenti fra gli oltre 200 partecipanti, provenienti da 58 nazioni. E nell'arte c'è sempre una speranza. Se il padiglione della Russia è chiuso in seguito alle dimissioni del curatore e degli artisti, un gesto di ribellione a Putin, il padiglione del Paese invaso è aperto. C'è anche una "Piazza Ucraina", costruita intorno a una colonna di sacchi di sabbia impilati, come a coprire un monumento per proteggerlo dalle bombe.

A parte i segni del conflitto, quella che apre al pubblico domani, con oltre 1400 opere in mostra, e si potrà visitare fino a novembre, è fin dal titolo una Biennale che vuole riflettere in maniera profonda sull'umano, toccando temi attualissimi come il genere, la sessualità, il corpo, la tecnologia, l'ambiente. Domina il principio di metamorfosi di generi e di forme, e ciò che colpisce sono le installazioni e le grandi dimensioni.

A rappresentare la Slovenia, nel Padiglione nazionale inaugurato ieri negli spazi dell'Arsenale dal ministro della Cultura Vasko Simoniti, è l'artista Marko Jakše, lubianese classe 1959, con la mostra "Senza un maestro", una serie di dipinti dal sapore onirico e fantastico in cui - in sintonia con il tema di questa edizione - è forte il richiamo alla natura.

A Venezia, domani, si svolgerà anche la cerimonia di premiazione della Biennale, con la consegna del Leone d'oro alla carriera all'artista tedesca Katharina Fritsch e all'artista cilena Cecilia Vicuña.

Un dipinto dell'artista Marko Jakše, che rappresenta la Slovenia alla Biennale
Un dipinto dell'artista Marko Jakše, che rappresenta la Slovenia alla Biennale