Foto: Reuters
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26mila le tonnellate di mais presenti nella prima nave diretta in Libano che ha lasciato il porto di Odessa.

Il ministro delle infrastrutture Oleksandr Kubrakov ha spiegato che "l'Ucraina ha fatto un altro passo nella prevenzione della fame nel mondo". Kubrakov ha sottolineato inoltre che il suo Paese ha fatto "tutto" per ripristinare i porti e che la revoca del blocco darebbe all'economia ucraina 1 miliardo di dollari di entrate in valuta estera.

Tempi e date riguardo a nuove partenze saranno stabilite dopo l'arrivo ad Istanbul della prima nave che verrà ispezionata prima di dirigersi in Libano.
Il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer ha affermato che si tratta di un primo passo ed è necessario implementare l'accordo nella sua interezza.

Anche il Cremlino parla di un fatto "molto positivo", riferendosi alla partenza da Odessa di una prima nave con cereale ucraino e la considera "una buona occasione per testare l'efficacia" degli accordi di Istanbul.

Riuscita dunque la mediazione turca, insieme all'Onu, con Russia ed Ucraina, come ha spiegato direttamente il portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Le imbarcazioni nelle prossime ore raggiungeranno le acque territoriali turche. Le navi che non forniscono informazioni trasparenti sugli scali portuali e disattivano il segnale di movimento non potranno entrare nelle acque territoriali turche. Una volta ad Istanbul, i cargo saranno ispezionati e poi partiranno per la Somalia in un viaggio che potrebbe durare fino a un mese e mezzo.

Si spera, quindi, che gli oltre 25 milioni di tonnellate di grano rimasto bloccato per mesi nei silos ucraini possano prendere il largo così da liberare spazio per il nuovo raccolto.

Intanto, secondo l'ultimo rapporto dell'intelligence britannica "la Russia sta probabilmente riassegnando un numero significativo delle sue forze dal settore settentrionale del Donbass all'Ucraina meridionale".

Inoltre, il presidente russo, Vladimir Putin, è tornato a parlare dell'ipotesi di un conflitto nucleare in Ucraina. "Non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e non dovrebbe mai essere scatenata", ha detto Putin. "Sosteniamo una sicurezza uguale e indivisibile per tutti i membri della comunità mondiale. La Russia segue coerentemente la lettera e lo spirito del Trattato di non proliferazione di armi nucleari", spiega il capo del Cremlino. "Anche i nostri obblighi derivanti dagli accordi bilaterali con gli Stati Uniti sulla riduzione e limitazione delle armi rilevanti sono stati pienamente rispettati", conclude Putin.

Davide Fifaco