Foto: Reuters
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La speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, è sbarcata ieri a Taipei. Ad accoglierla il ministro degli Esteri taiwanese, Joseph Wu. "Veniamo in amicizia a Taiwan, veniamo in pace nella regione", ha detto Pelosi. Al parlamento dell'Isola, la speaker della Camera Usa ha rimarcato l'importanza dei legami tra i due Paesi, anche alla luce del CHIPS Act, che offrirà sussidi per oltre 52 miliardi di dollari per la produzione di chip.

Durante l'incontro con la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, Pelosi ha affermato che Washington "non abbandonerà il proprio impegno nei confronti di Taiwan". Tsai ha definito Nancy Pelosi "una autentica amica" di Taiwan, rimarcando che l'isola "è un partner affidabile degli Stati Uniti". La presidente ha promesso poi di approfondire la collaborazione tra i due paesi nel settore economia e la resilienza alla catena di approvvigionamento con gli Stati Uniti. Tsai ha consegnato alla sua ospite l'Ordine delle nubi propizie con lo speciale Gran Cordone "per la promozione delle relazioni diplomatiche".

E nel mezzo della furia di Pechino per la visita di Pelosi a Taipei, Tsai ha assicurato che Taiwan non cederà di fronte alle minacce militari "deliberatamente accresciute" con le esercitazioni militari cinesi su vasta scala nei pressi dell'isola. “Continueremo a mantenere la linea di difesa della democrazia", ha garantito.
Pechino ha infatti dato il via a "importanti esercitazioni militari" per circondare Taiwan come ritorsione per la visita di Pelosi. Il Ministero della Difesa di Taipei ha condannato le esercitazioni militari perché in violazione del regolamento delle Nazioni Unite. Secondo un portavoce del dicastero, "alcune delle aree tracciate dalle manovre finiscono nelle acque territoriali di Taiwan. Questa è una mossa irrazionale per sfidare l'ordine internazionale", ha osservato, assicurando che "le forze armate taiwanesi difenderanno la sicurezza nazionale".

La Cina ha intanto inviato 21 caccia nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan ed il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha accusato gli Stati Uniti di "tradimento" e di essere "il più grande distruttore della pace odierna". Il ministro ha anche convocato l'ambasciatore statunitense a Pechino, esprimendo "forte opposizione e ferma condanna" per la visita a Taiwan della speaker della Camera Usa.
Secondo l'Ufficio per gli affari di Taiwan del Comitato centrale del Partito comunista cinese, la visita di Pelosi "a Taipei è un'escalation della collusione tra Taiwan e Stati Uniti, che è di natura pessima e che ha conseguenze molto gravi; è una grave violazione della sovranità e dell'integrità territoriale della Cina". Il portavoce del Ministero della Difesa cinese ha promesso poi di "difendere risolutamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale e contrastare risolutamente le interferenze esterne e i tentativi separatisti" di Taiwan.

Pechino ha inoltre sospeso le esportazioni di sabbia naturale verso l'isola; un duro colpo - almeno a breve termine - alla strategica produzione di semiconduttori. Il provvedimento è stato annunciato in una nota del Ministero del Commercio, secondo cui la mossa sarebbe "in linea con le rilevanti leggi e regolamenti".
Intanto, secondo fonti del Pentagono - 4 navi da guerra Usa sono posizionate al largo di Taiwan. "Stiamo monitorando il viaggio di Nancy Pelosi e vigileremo per garantire la sua sicurezza", ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano, John Kirby.
Il Ministero degli Esteri russo, a sostegno della Cina, ha affermato che Pechino ha il diritto di prendere "le misure necessarie per proteggere la sua sovranità e integrità territoriale".
Il ministro, Sergey Lavrov, ritiene che la visita della speaker della Camera Usa a Taiwan derivi dal desiderio di Washington di dimostrare la propria impunità. Lavrov afferma di non poter "dire quale sia stata la motivazione degli americani, ma non ci sono dubbi che rifletta la stessa linea di cui stiamo parlando per quanto riguarda la situazione ucraina".

E. P.