Foto: La Repubblica
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In attesa dell'ufficialità delle candidature, che dovranno essere presentate entro il 22 agosto, il Covid entra di prepotenza nel dibattito politico pre-elettorale.

Acque più o meno tranquille nel campo del centro-destra, impegnato a limare le candidature e a gestire inevitabili tagli, nonostante una vittoria data ormai per certa. Oltre al cosiddetto Terzo Polo, finora solo il Partito Democratico ha reso noti i nomi, così come il Movimento 5 stelle che ha approvato col voto online il listino blindato proposto dal leader Giuseppe Conte.

Ma la polemica è nata su un probabile volto nuovo del prossimo parlamento. Causa una legge elettorale che costringe le forze politiche ad allearsi, il centro-sinistra a trazione PD ha candidato l'ex ministro della Salute Roberto Speranza e l'epidemiologo Andrea Crisanti. Sia Speranza che Crisanti erano definiti "chiusuristi", perché favorevoli a chiusure drastiche e a volte anche improvvise per contenere la diffusione del virus.

"Il tele-virologo Crisanti candidato col Pd. Credo che ora si capiscano tante cose", ha twittato il segretario leghista, Matteo Salvini. È stata poi la volta di Matteo Renzi, che ha detto di temere nuove chiusure in autunno solo per un raffreddore. Il senatore di Scandicci ha poi rivendicato il merito di aver portato Draghi e Figliuolo a gestire la pandemia al posto del governo PD-5Stelle. Inevitabile l'intervento del segretario Dem, Enrico Letta, a difesa di Crisanti, che a sua volta non ha lesinato critiche a Salvini e Renzi. A sorpresa è intervenuto il leader di Azione, Carlo Calenda, nel ruolo di pompiere per spegnere gli animi. Ma il dibattito sul covid è già parte dell'agenda elettorale.

Valerio Fabbri