Si va alla scoperta dei "Santuari mariani dell'Istria" fra tradizioni, riti e canti popolari con un volume edito dall'Associazione delle Comunità istriane di Trieste di cui è autore David Di Paoli Paulovich, apprezzato studioso delle tematiche musicologiche-liturgiche dell'area adriatica orientale. L'opera sta raccogliendo nella nostra regione un significativo interesse, e anche la Comunità degli italiani e la Can di Pirano ne hanno voluto proporre una presentazione, che si è tenuta ieri - in collaborazione con la Parrocchia - presso il santuario di Santa Maria della Visione a Strugnano, caro ai piranesi e a tanti istriani, mentre è ancora vivo il ricordo delle celebrazioni per la solennità dell'Assunzione lo scorso mese di agosto. Con l'autore ha dialogato lo storico Kristjan Knez.

"Ci sono dei luoghi dove vibra una particolare energia e il cuore si apre a Dio. Questi luoghi, frequentati dai cristiani con devozione e spirito di penitenza o di festa, lungo i secoli si sono trasformati in scrigni d'arte dove trionfa la bellezza e la spiritualità acquista spessore". Sono parole che il patriarca emerito di Venezia, cardinale Angelo Scola, ha scritto sui santuari del Triveneto, terra caratterizzata da una profonda devozione popolare.

Non diversamente l'Istria, dove una fede antica ha punteggiato il territorio di un'ininterrotta serie di chiese, cappelle, conventi, alcuni dei quali negli ultimi trent'anni rinati a nuova vita.

David Di Paoli Paulovich nel suo libro ci fa conoscere i santuari mariani, maggiori e minori, da Muggia a Cherso. Fra i maggiori, per storia e devozione, si annovera la chiesa di Santa Maria della Visione di Strugnano (richiamata anche nell'immagine di copertina), meta di pellegrinaggi da cinquecento anni, accanto alla quale sono da ricordare subito il santuario delle Misericordie a Buie, la Madonna dei Campi di Visinada, il santuario della Beata Vergine delle Grazie di Pola e la Chiesa della Madonna delle Grazie di Rovigno.

L'interesse dell'autore è prevalentemente di tipo musicologico-liturgico. Sono stati così raccolti nel volume, che è frutto di un'appassionata e generosa ricerca, moltissimi canti mariani in lingua italiana un tempo intonati nelle chiese istriane e oggi in gran parte dimenticati. Alcuni sono stati proposti durante la presentazione curata dalla Comunità degli italiani e dalla Can di Pirano nell'esecuzione del soprano Eleonora Matijašič, con lo stesso maestro Di Paoli Paulovich all'organo.

"C'era tutto un grande repertorio devozionale tradizionale che variava da parrocchia a parrocchia e da santuario a santuario. In particolare era molto sentita la devozione mariana, che si esplicava non solo attraverso le liturgie e il canto delle litanie, ma anche attraverso il canto delle laudi mariane al termine della santa messa, che un tempo era celebrata in latino, ma era consentito che il canto finale fosse nelle lingue volgari".

L'autore ha anche spiegato cosa l'ha spinto ad affrontare questo lavoro: "Il motivo che mi anima da sempre, e cioè preservare la tradizione e la nostra identità istriana, e nel caso specifico conservare questo repertorio che è in procinto di dispersione perché in grandissima parte non più praticato. Soprattutto, non sono accessibili le fonti per una sua riproposizione. Attraverso questo volume ho inteso appunto riproporre i materiali che un domani organisti, cantori o altri interessati potranno eseguire per riproporre l'Istria autentica alle nuove generazioni".

David Di Paoli Paulovich, musicista e studioso delle tradizioni musicali istriane, oltre che giudice presso il Tribunale di Trieste e presidente dell'Associazione delle Comunità istriane, si dice colpito dall'interesse suscitato dall'uscita del suo libro "Santuari mariani dell'Istria" (corredato anche da un filmato di Marco Tessarolo), che, prima di Strugnano, è stato presentato a Buie e a Visinada. Il commento: "C'è fame di spiritualità".

Foto Kris Dassena, La Voce del Popolo
Foto Kris Dassena, La Voce del Popolo