Foto: TV Slovenija
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Il Comitato Cultura ha quindi rigettato la proposta del Partito Democratico di svolgimento del referendum il 4 dicembre, in concomitanza con il secondo turno delle elezioni amministrative; una mossa, secondo l'SDS più razionale per il bilancio di Stato. Secondo Alenka Jeraj, deputata SDS, "i cittadini si recheranno alle elezioni amministrative, la sostanza della democrazia è però anche agevolare il lavoro alle persone". Andrej Hoivik, sempre del Partito Democratico, ritiene che sarebbero proprio i Comuni a risparmiare nel caso di svolgimento del referendum in concomitanza con le elezioni amministrative. Le spese per le elezioni amministrative vengono finanziate infatti dagli stessi Comuni, quelle per lo svolgimento di un referendum vengono invece coperte dal bilancio di Stato.
I deputati del Partito Democratico hanno inoltre criticato la Coalizione per voler giocare la carta del quorum, che molto probabilmente non sarà raggiunto proprio perché gli elettori sloveni verranno chiamati a esprimere il proprio voto ben cinque volte nell'arco di circa un mese e mezzo tra le elezioni presidenziali, ed un eventuale ballottaggio, quelle amministrative, con sempre eventuali ballottaggi, e il referendum sull'RTV. Secondo l'SDS, la coalizione non vuole sentire ciò che i cittadini hanno da dire.
Il segretario di Stato al Ministero della Cultura, Marko Rusjan, è comunque convinto che "se i cittadini vorranno esprimere la propria opinione, si recheranno alle urne". La deputata Sara Žibrat, del Movimento Libertà, ha rigettato le accuse dell'SDS affermato che la coalizione non ha paura dei referendum.
Domani, la Camera di Stato deciderà a riguardo nel corso di una sessione straordinaria.


E. P.