Foto: Governo RS
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"Ora si segnala una completa de-escalation delle tensioni, perciò non c'è motivo che la Slovenia crei l'impressione di una minaccia dove questa in realtà non c'è", ha spiegato il premier, Robert Golob. Dopo la consultazione in cerchia ristretta del Consiglio per la sicurezza nazionale, il primo ministro ha ribadito che, a volte, è meglio aspettare e non fidarsi delle prime informazioni che giungono dal campo, che spesso risultano essere solo speculazioni. Anche nel caso del missile antiaereo ucraino, caduto in Polonia, è infatti emerso che non si trattava di un attacco deliberato, ma solo di un tragico incidente. Lo ha confermato anche il segretario di Stato per la sicurezza nazionale e internazionale presso il gabinetto del premier, Andrej Benedejčič, precisando che i soldati sloveni in missione all'estero non sono in pericolo. Il prossimo 30 novembre è comunque prevista una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale riguardo la situazione in Ucraina, durante la quale verrà discusso un aspetto più ampio della sicurezza dovuto all'aggressione di Mosca contro Kiev.
Intanto il presidente della repubblica, Borut Pahor, ha parlato al telefono con l'omologo polacco, Andrzej Duda. Pahor ha assicurato sostegno a Duda in una risposta congiunta a qualsiasi incidente che minacci la sicurezza ed ha sottolineato l'importanza di un atteggiamento ponderato della Polonia e di reazione della NATO. I due capi di Stato hanno concordato di restare in stretto contatto per seguire gli sviluppi di quanto successo.
La Slovenia sta seguendo da vicino gli sviluppi relativi all'incidente, ha annunciato il Ministero degli Esteri in un tweet, esprimendo solidarietà alla Polonia e tornando a condannare i brutali attacchi della Russia alle infrastrutture ucraine. Del missile caduto in Polonia si è parlato anche alla riunione del Comitato esteri del Parlamento sloveno. La capo diplomazia, Tanja Fajon, ha detto che al momento non sembra attuale l'attivazione dell'articolo 4 del Trattato nord-atlantico, inizialmente paventata da Varsavia, quando ancora non si conoscevano i particolari di quanto accaduto.


E. P.