Foto: BoBo
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L'affaire politico Golob-Bobnar è chiuso solo in teoria, con le dimissioni annunciate ieri in tarda mattinata dalla ministra dell'Interno, ma non ancora formalizzate in modo ufficiale, e accettate nel primo pomeriggio con una dichiarazione scritta da parte dell'ufficio di gabinetto del premier, che ha parlato di fiducia ormai persa. Un modus operandi che ricorda più la gestione di questioni burocratico-amministrative, se non giudiziarie, che non un rapporto politico all'interno di un esecutivo che gode di ampia maggioranza parlamentare e, almeno in teoria, di buona salute.
Quel che è certo è che qualcosa si è rotto sulla gestione della sicurezza del premier, che intendeva creare un corpo autonomo a tutela della sua figura. Il rapporto preparato dal capo ad interim della polizia, Boštjan Lindav, è stato desecretato e pubblicato oggi sul sito della polizia, pur con alcune identità ancora anonime. Nel documento di 6 pagine Lindav ricostruisce i diversi passaggi che hanno portato alla situazione di questi giorni, dal primo incontro con Golob premier in pectore intenzionato a creare una sua squadra di sicurezza, ad alcune nomine fatte secondo procedure poco ortodosse che hanno bypassato la catena di comando ministeriale. Ma il vero capo di accusa di Lindav è nei confronti di consiglieri e persone dell'entourage del premier che hanno chiesto a più riprese, tanto a lui quanto a Bobnar, la mancata "pulizia" dei vertici nominati o considerati vicino al precedente governo Janša, uno dei mantra della cerchia ristretta della squadra di Golob, che vorrebbe chiudere presto la pratica.
Ma Lindav non sembra intenzionato a sorvolare su quelle che considera pesanti invasioni di campo, nel novero delle quali include anche le numerose chiamate ricevute dal gabinetto del premier per un incontro di persona con Golob nel suo ufficio, scavalcando di fatto la gerarchia e i compiti ministeriali. Anche Bobnar non vuole indietreggiare. Secondo alcuni organi di informazione la ministra dimissionaria, che potrebbe entrare a far parte dello staff di Pirc Musar, presenterà il caso all'ufficio del procuratore di Stato e riferire specifiche accuse di pressioni politiche.

Valerio Fabbri