Foto: Petra Iskra
Foto: Petra Iskra

L'iter legislativo dell'imposta sul reddito prosegue nel suo andirivieni fra la Camera e il Consiglio di Stato, con la palla che questa volta è nel campo del Parlamento, costretto a tener conto nella stesura della legge del parere dei consiglieri che avevano votato a favore di un voto sospensivo delle nuove imposte, convinti che nell'attuale situazione di tensione non dovrebbe esserci fretta di aumentare l'indennità generale, né di bloccare la graduale crescita della detrazione generale fino al 2025.
Nel riordino della legge, che entrerà in vigore dal prossimo 1 gennaio, i deputati hanno dovuto quindi tener conto di queste considerazioni. A favore 49 deputati di Movimento Libertà, Socialdemocratici e Sinistra, contrari 24 deputati del Partito Democratico e di Nuova Slovenia.
Così fra le modifiche approvate si prevede che la detrazione generale per tutte le fasce di contribuenti aumenterà a 5 mila e non a 5.500 euro, mentre sono stati eliminati gli aumenti graduali fino a 7.500 euro previsti entro il 2025. Ulteriori agevolazioni generali saranno ora concesse ai contribuenti con reddito fino a 16.000 euro, che rispetto alla legge attuale significa circa 2280 euro in più. Rimangono invariati gli scaglioni fiscali, ma torna l'aliquota al 50% dell'ultimo scaglione Irpef, il quinto, come avveniva prima delle modifiche adottate a marzo e che l'attuale parlamento voleva eliminare.
Tra gli altri sgravi nella legge votata oggi, anche quelli destinati ai giovani, con l'aliquota base per il reddito di lavoro dipendente che verrà ridotta di 1.300 euro fino al 29imo anno di età. Il legislatore ha poi deciso di non intervenire sulla tassazione dei redditi di capitale, ripristinando però quella sul pagamento dei dividendi.