Foto: Reuters
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Non si ferma la missione di Ankara per intimidire la Grecia, anzi la retorica intimidatoria negli ultimi mesi sta diventando sempre più intensa. "Ora abbiamo iniziato a produrre i nostri missili", ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aggiungendo che "naturalmente questa produzione spaventa i greci. Quando si dice 'Tayphoon', i greci si spaventano e dicono: 'Colpirà Atene'. Beh, certo che lo farà se non mantiene la calma", ha affermato ancora Erdogan.
Secondo la rivista Politico, il "Tayphoon" è un nuovo missile balistico a corto raggio. Durante un test, effettuato a ottobre, il razzo lanciato sul Mar Nero, "ha colpito un bersaglio a una distanza di circa 560 chilometri: una portata più del doppio di quella degli attuali missili nell'arsenale turco", spiega ancora Politico.
Si tratta di una risposta della Turchia ad un crescente rafforzamento militare sulle isole greche dell'Egeo, non lontane dalla costa turca. "Possiamo colpire improvvisamente, di notte, quando sarà il momento", ha detto ancora Erdogan, secondo quanto riporta Politico. Già la scorsa settimana il ministro degli Esteri turco aveva avvertito Atene di smettere di militarizzare le isole dell'Egeo, altrimenti Ankara avrebbe preso "le misure necessarie sul campo".


E. P.