Foto: BoBo/Borut Živulović
Foto: BoBo/Borut Živulović

L'entrata della Croazia nello spazio Schengen non porterà all'immediata rimozione degli stabili costruiti ai valichi di confine, che negli ultimi 31 anni hanno ospitato gli agenti addetti ai controlli. Tomaž Pavček, della direzione di polizia, ha spiegato che tra Slovenia e Croazia ci sono 57 valichi di confine, "di cui 11 sono stati riconosciuti come infrastrutture di importanza strategica". Tra questi anche i valichi di Sicciole, Dragogna, Jelšane e Starod. Gli stabili presso questi valichi non saranno rimossi, "ad eccezione della parte che consentirà il libero flusso del traffico". Per quanto riguarda i valichi minori, dove anche finora non sono stati registrati numerosi passaggi, "l'infrastruttura sarà invece completamente rimossa", ha detto ancora Pavček.
Sul confine tra Slovenia e Croazia sono impiegati al momento 1.400 poliziotti, la maggior parte verrà distribuita presso le unità che effettueranno controlli selettivi di passeggeri, merci e veicoli sia nei pressi dei confini che all'interno del Paese. Presso la Direzione di polizia di Capodistria saranno riassegnati 150 agenti. Secondo il direttore, Igor Jadrič, "la maggior parte di loro" svolgerà mansioni di controllo, alcuni agenti saranno invece trasferiti a Nova Gorica o a Kranj. Altri hanno chiesto di lavorare presso la direzione di polizia regionale.
Il confine marittimo tra Slovenia e Croazia, anche dopo il primo gennaio, rimarrà un confine estero dell'area Schengen. I proprietari di imbarcazioni da diporto di lunghezza inferiore a 24 metri saranno trattati come eccezioni. Secondo David Tušek della Polizia marittima, "ciò significa che le persone a bordo delle imbarcazioni da diporto che navigheranno tra i porti degli Stati membri dello spazio Schengen non saranno più sottoposte a controlli di frontiera".

E. P.