Foto: MMC RTV SLO
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Il presidente dell'Associazione per i valori dell'indipendenza slovena, Lojze Peterle, ha dichiarato di deplorare la decisione del governo di negare o meglio abolire l'autonomia del Museo dell'indipendenza della Slovenia. "Il suo ministero è quello di rafforzare il rapporto con lo stato, stato nato da una volontà plebiscitaria, quindi con un'approvazione unanime" - ha sottolineato. Peterle ha inoltre manifestato il suo rammaricato perché un'istituzione così importante sia diventata oggetto di un gioco politico e in netta contrapposizione alla natura stessa dell'indipendenza. Si tratta di una decisione scaturita in un contesto di crescente polarizzazione, che deplora. Peterle è dell'avviso sia inutile e ingiustificato aprire l'ennesimo fronte, su un tema, per altro che vedeva tutti gli sloveni uniti - annunciando una riunione straordinaria della Presidenza dell'Associazione per i valori dell'indipendenza slovena in merito all'accorpamento dei due musei.

Il direttore del Museo dell'Indipendenza slovena, Željko Oset, ha dichiarato alla STA che quando riportato dai media ieri che, il governo ha abolito l'istituzione pubblica, è inesatto". "Il funzionamento dell'istituzione è definito da documenti ufficiali, quindi continueremo il nostro lavoro in modo professionale e nel rispetto della legge" - ha dichiarato e aggiunto - "Tra le nostre priorità al momento è il resoconto finanziario per 2022 e il programma di lavoro per il 2023, in conformità ai dettami del Ministero della Cultura".

Da par suo, il direttore del Museo di Storia Contemporanea della Slovenia, Jože Dežman, ha dichiarato - "Dal momento che non siamo stati informati di nulla, posso solo ripetere ciò che ebbi a dire e scrivere lo scorso anno, ovvero, l'accorpamento dei due Musei in una nuova istituzione pubblica è - "la continuazione della guerra commemorativa e culturale, vista da due ottiche contrapposte, una dogmaticamente incline a Tito e il comunismo, che definisce l'indipendenza della Slovenia una transizione da un regime fallito a uno nuovo, e l'altra che sostiene la Repubblica di Slovenia sorta nel 1991 è fondamentalmente diversa dalla Repubblica socialista di Slovenia".


Corrado Cimador