L’esecutivo sloveno tenterà di concordare un percorso armonizzato nell'affrontare le future attività, volte anche ad eliminare le disparità in materia di retribuzioni. Dopo gli accordi raggiunti recentemente dal governo con alcune categorie del pubblico impiego, come medici e giudici, su aumenti salariali, richieste stanno arrivando da altri comparti del pubblico impiego. La scorsa settimana il governo ha preso atto del numero dei dipendenti e delle retribuzioni nel settore pubblico degli ultimi quattro anni, incaricando il gruppo negoziale di informare i sindacati del pubblico impiego e di trovare un accordo sulla tempistica con la quale intendono eliminare gli squilibri salariali entro il 30 di giugno. I sindacati puntualizzano però che i negoziati dovevano prendere il via già due mesi fa e si aspettano che il governo illustri i punti chiave della riforma salariale. Il Ministro della pubblica amministrazione Sanja Ajanović Hovnik aveva infatti promesso che avrebbe presentato i “punti chiave” della riforma, ma come ricordiamo la scorsa settimana durante il vertice di coalizione la tematica non è stata affrontata. Aumentano invece le categorie del settore pubblico che richiedono l’innalzamento delle retribuzioni e hanno già annunciato l’inasprimento delle attività sindacali; accusando il governo di previlegiare determinati gruppi, sostenendo che le disparità per le altre categorie verranno invece eliminate nel quadro della riforma del sistema salariale. Il sindacato Sviz, che ingloba quello dell’istruzione, scienza e cultura hanno già indetto uno sciopero per mercoledì. Dalle dichiarazioni della Ajanović Hovnik emerge che il Ministero sarebbe intenzionato a introdurre schemi salariali singoli su basi comuni mentre la nuova scaletta salariale verrebbe legata alla retribuzione media del settore privato, così facendo tra la paga minima e quella massima verrebbe introdotto un rapporto di uno a sette.

Dionizij Botter

Foto: BoBo
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