Anche i poeti hanno un loro giorno nel calendario. Accade da qualche anno in Italia con il Dantedì del 25 marzo, da molto più tempo in Slovenia con il Prešernov dan, il Giorno di Prešeren, l'8 febbraio: occasione per celebrare quell'accumulazione di conoscenza che chiamiamo cultura, insieme di esperienze, di riti, di miti, di beni materiali e immateriali che disegnano l'identità di un popolo.

Nella storia degli sloveni la figura di France Prešeren (1800 - 1849) giganteggia come la più alta espressione artistica della letteratura nazionale e come autore della "Zdravljica" ("Il brindisi"), il componimento divenuto inno della Slovenia indipendente, e per il suo messaggio di umanesimo e fratellanza universale insignito nel 2020 del marchio del patrimonio culturale europeo.

A Prešeren sono intitolati i massimi riconoscimenti sloveni al merito della cultura, la cui cerimonia si svolgerà questa sera allo Cankarjev dom di Lubiana e sarà trasmessa in diretta sul primo canale della Tv pubblica. L'edizione 2023 vede l'assegnazione di due premi alla carriera - all'artista multidisciplinare Ema Kugler e al pittore Herman Gvardjančič - e di sei altri riconoscimenti, di cui due arrivano nel Friuli Venezia Giulia, premiando il giovane pianista goriziano Alexander Gadjiev, salito alla ribalta per essersi aggiudicato nel 2021 a Varsavia il secondo premio al prestigiosissimo concorso Chopin, e lo scrittore triestino Dušan Jelinčič, che si è imposto con il suo ultimo romanzo, "Il sussurro del mare invisibile, dodici pastiglie di piombo".

A gettare un'ombra sulla cerimonia e sull'appuntamento con la giornata di domani è peraltro quest'anno la polemica sollevata intorno alla possibilità di restituire il Premio Prešeren, dopo oltre vent'anni, alla poetessa Svetlana Makarovič, che nel 2000 lo rifiutò, non avendo gradito che venisse premiato insieme lei padre Marko Rupnik, il gesuita sloveno ora nel ciclone degli abusi sessuali. E a guastare la festa c'è anche l'insoddisfazione di chi opera nel campo della cultura: ieri tre sigle sindacali, tra cui il combattivo sindacato dell'istruzione SVIZ, hanno denunciato in una conferenza stampa congiunta la sofferenza del settore, chiedendo più ascolto da parte del ministero. "Anche noi desideriamo un dialogo costruttivo, la cultura è stata trascurata per oltre un decennio e versa in una situazione allarmante", ha replicato la ministra Asta Vrečko.