Foto: Reuters
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Allarme da Confcommercio. Dal 2012 complessivamente sono sparite oltre 99mila attività commerciali al dettaglio e 16mila imprese di commercio ambulante. Le cifre sono emerse dall’analisi “Demografia d’impresa nelle città italiane”, la quale ha anche evidenziato una crescita negli alberghi, bar e ristoranti grazie alla costante presenza di turismo. I dati hanno rimarcato anche il fatto che la riduzione delle attività di commercio si manifesta nelle città medio-grandi, 120 sono state quelle prese in considerazione per l’analisi, la quale ha sottolineato che “rimane fondamentale l’omnicanalità, ovvero l’utilizzo anche del canale online che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, con le vendite passate da 16,6 miliardi nel 2015 a 48,1 miliardi nel 2022”.

Le vendite online stanno avendo sempre più successo, soprattutto dopo il periodo della pandemia durante il quale non c’era la possibilità di recarsi nei negozi fisici. Anche a Trieste le piattaforme online sono state complici della chiusura di diverse imprese, infatti 545 sono le attività perse nell’arco di dieci anni. Facendo riferimento alle singole categorie, 60 in meno sono i negozi specializzati in articoli di uso domestico, calati da 223 a 163, invece il segmento che si dedica alla vendita di articoli culturali e ricreativi ha registrato una decrescita di 104 attività commerciali. Nella regione, anche Udine è stata colpita da questo allarme, infatti nel centro storico della città le aziende sono calate del 17%, in periferia del 12%, mentre alberghi bar e ristoranti sono cresciuti rispettivamente del 2% e 8%.

Confcommercio dopo l’analisi svolta, ha voluto sottolineare che una delle uniche opzioni che possono aiutare a non arrivare a degli effetti ancor peggiori di quelli che si sono verificati negli ultimi dieci anni, è “concentrarsi sull'efficienza e produttività attraverso una maggiore innovazione e una ridefinizione dell'offerta”.

B.Ž.