Štefan Čok, Roberto Cosolini. Laura Famulari e Francesco Russo
Štefan Čok, Roberto Cosolini. Laura Famulari e Francesco Russo

Speranza, curiosità, entusiasmo e richiami all’unità del partito. Sono i sentimenti che si alternano a Trieste fra gli esponenti del Partito Democratico, un movimento che sembra aver ritrovato perlomeno la voglia di ripartire dopo la vittoria alle primarie, inaspettata dalla maggior parte dei giornalisti e degli iscritti, di Elly Schlein, la nuova segretaria che, e su questo sono tutti d’accordo, rappresenta una ventata di novità per un partito che sembrava aver perso la direzione negli ultimi anni.
A Trieste la neo segretaria ha vinto con ampio margine, il 70 per cento, ma fra gli iscritti al Pd era stata la mozione Cuperlo la più votata: differenze che però ora dovranno essere messe da parte, per contribuire alla costruzione di un partito che, commenta il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo, anziché una somma di correnti sia uno spazio aperto, con idee differenti ma capace di un reale confronto e di elaborare soluzioni per il paese. “Schlein ha saputo interpretare la voglia di cambiamento fra gli elettori del Pd – dice – mentre dall’altra parte probabilmente questo fatto non è stato colto correttamente. Era necessario aprire una fase nuova: dopo le politiche avevo detto che la vittoria di Meloni avrebbe cambiato la politica italiana, e questo risultato è una prova che un cambiamento si sta verificando. Ora starà a lei, alla nuova segretaria, dare risposte alternative alla destra, non solo sui temi ambientali e sui diritti civili, assolutamente benvenuti, ma anche sui temi economici come il bisogno di lavoro".
“Ci davano per spacciati - commenta il consigliere regionale Roberto Cosolini - ma sfido qualunque altro partito in Italia a portare alle primarie un milione e 300 mila persone. Il Pd è vivo e gli elettori ci hanno dato un’indicazione: c’è voglia di cambiamento e di chiarezza nella linea politica del partito. Ora starà alla nuova segretaria e alla nuova classe dirigente costruire una forza che sia inclusiva, ma sono fiducioso che ci riusciremo, dando voce a tutte le idee nel partito”.
Fra gli esponenti del Pd non manca, se non qualche perplessità, l’attesa per valutare i primi passi della segretaria, senza esperienza in una direzione di un partito nazionale, ma l’atteggiamento che prevale è la voglia di guardare al futuro, e a una ripresa d’identità che evidentemente era mancata in passato. “Mi auguro – dice la consigliera comunale Laura Famulari – che si possa lavorare in modo collettivo, che la nuova segretaria possa ridare forza al partito, ma soprattutto dare gambe alle idee e ai programmi, e penso che sarà così. Nonostante le differenze fra le varie mozioni non vedo rischi di fratture, e credo che la nuova classe dirigente troverà collaborazione e appoggio da parte della struttura del partito”.
Al futuro guarda anche Štefan Čok, consigliere comunale del Pd: “Le primarie ci hanno detto che c’è un popolo del Pd che è disponibile a partecipare e a esserci, e che il Pd avrà tutti i difetti, ma che è un movimento realmente democratico e che favorisce la partecipazione. Detto questo però, non si tratta che dell’inizio, e dovremo dare una linea chiara al partito e costruire un’alternativa seria al centro destra, con temi come quello dell’ambiente che sarà sempre più importante.”
La ventata di novità portata dal risultato delle primarie potrebbe essere funzionale anche in vista dell’atteso voto per le regionali del 2 e 3 aprile. Il Pd viene dato in crescita nei sondaggi, avanti rispetto al Movimento 5 Stelle anche a livello nazionale, e se il presidente della Regione e leader del centro destra, Massimiliano Fedriga, sottolinea come, con la vittoria di Schlein, “il Pd si collochi in un'area politica che si sposta molto a sinistra e che si estremizza rispetto al Pd conosciuto finora, rispetto ai processi democratici delle altre forze politiche”, in casa Pd si guarda con fiducia al possibile effetto di traino sui consensi che il cambio al vertice del partito potrebbe avere nelle urne.

Alessandro Martegani