Foto: MMC RTV SLO
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Il 25 aprile si è concluso, ma le polemiche sulla Giornata della Liberazione ancora no.

A Milano oltre centomila persone hanno sfilato in corteo, nonostante la pioggia e per la prima volta in 19 anni non c'è stata alcuna contestazione alla Brigata ebraica. Il sindaco Beppe Sala ha però attaccato il Governo e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiedendole di metterci la faccia e di dichiararsi antifascista. Successo di folla per la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che ha sfilato per le strade del capoluogo lombardo, mentre il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, unico rappresentante del Governo presente in città, è stato fischiato al Sacrario dei Caduti.

Di parere diverso, sulla premier Meloni, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che afferma: "Finalmente iniziano a esserci le premesse perché il 25 Aprile sia una festa condivisa, visto che anche Giorgia Meloni invoca condivisione e rinnega nostalgie del fascismo. Ne prendiamo atto". Conte critica soltanto l'esaltazione, da parte di Meloni, della difesa ucraina contro l'aggressione russa.

Il capogruppo del Pd al senato, Francesco Boccia, dichiara invece: "Riconosciamo lo sforzo ma con evidente reticenza Meloni non riesce a dirsi antifascista".

Fa inoltre discutere la Festa della Liberazione del presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, con un viaggio lampo, che sembra quasi una fuga, a Praga, per omaggiare solitariamente la croce che ricorda Jan Palach, eroe anticomunista, un gesto rapido, che gli ha permesso di schivare le contestazioni organizzate da alcuni ricercatori e studenti italiani presenti nella città ceca. La successiva visita al campo di concentramento di Teresin si è conclusa con un brusco saluto ai giornalisti.

Polemiche in fine a Napoli, dove nei luoghi simbolo della Resistenza sono stati segnalati manifesti choc con foto a testa in giù della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e dei ministri Piantedosi e Valditara. Le immagini sono state affisse sotto le lapidi che ricordano i martiri delle Quattro Giornate.

Davide Fifaco