Urne aperte dalle 7 di stamane per dar modo agli all’ incirca 250 mila appartenenti ai gruppi etnici di eleggere -per la sesta volta- i propri Consigli in 19 Contee, 65 città e 116 comuni. Sono complessivamente 14 le comunità chiamate a scegliere i rispettivi organismi, che diventano 19 se si tiene conto di quelle che hanno diritto a votare -invece- il proprio rappresentante. Fino alle 19 di questa sera saranno così eletti, nel totale, 339 Consigli e un centinaio di rappresentanti. Al voto pure la Comunità nazionale italiana chiamata a rinnovare i Consigli CNI della Regione litoraneo montana e della Regione istriana nonché quelli di numerose Città e comuni dell’ Istria e Quarnero. Gli italiani eleggono il proprio rappresentante pure in alcune aree della Slavonia, Dalmazia e a Zagabria. Nella maggior parte dei casi le candidature sono blindate e quindi con liste che esprimono in pratica il numero dei consiglieri da scegliere. Così è per quanto riguarda il Consiglio della minoranza italiana della Contea litoraneo montana e per quello della Città di Fiume dove sono state proposte liste uniche. Diversa invece la situazione in Istria, dove a livello regionale, gli italiani hanno modo di scegliere i futuri 25 consiglieri tra i 50 nomi presentati da due liste diverse: una capitanata da Marianna Jelicich Buić e l’ altra dal presidente uscente del Consiglio Gianclaudio Pellizzer. La Comunità nazionale italiana, sempre per quanto riguarda l’Istria, è chiamata a rinnovare i consigli in 8 Città ovvero Pola, Dignano, Albona, Rovigno, Parenzo, Cittanova, Umago e Buie e in diversi comuni. Per quanto riguarda questi ultimi - va ricordato- che si è registrato, ma come del resto in tutto il paese, scarso interesse e non ci sono state proposte di candidatura. Le autorità regionali hanno comunque deciso di tenere aperti i seggi in tutte le località per permettere agli elettori di esprimere le proprie preferenze per il rispettivo consiglio regionale. In questo contesto si potrebbe evidenziare il caso del Comune di Fontana, nel parentino, dove nessuna delle tre etnie aventi diritto al proprio Consiglio locale ovvero italiana, serba e macedone ha presentato candidature ma gli aventi diritto possono comunque recarsi ai seggi per votare il rispettivo organismo a livello regionale. E sempre a livello regionale - oltre che a quella italiana- sono dieci le etnie che eleggono il proprio consiglio. Si teme comunque una bassa affluenza alle urne, dovuta alla scarsità d’informazioni ma anche alla confusione relativa a questi organismi minoritari introdotti nell’ ordinamento nazionale una ventina di anni fa. A livello nazionale, le consultazioni di quattro anni fa hanno registrato un’ adesione che è stata pari al dieci percento. Situazione che potrebbe ripetersi anche in questa tornata poiché per addirittura un quarto dei Consigli inizialmente previsti non ci sono state candidature; il che basta a illustrare il poco interesse per questo tipo di elezioni.

(lpa)

Foto: Reuters
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