Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.
Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.

Il Trofeo Senza fine e bicicletta rosa a fianco, maglia rosa addosso, occhiali scuri inforcati anche per celare un pò di sana commozione che gli ha attraversato il volto alla vista delle immagini della spettacolare cronoscalata al Monte Lussari, la gioia della squadra e dei migliaia di tifosi sloveni che lo hanno accompagnato lungo la terribile rampa finale. Primož Roglič ha ringraziato il pubblico, siete stati voi a darmi la carica per vincere, i miracoli esistono, ha detto tra grandi sorrisi e atterraggi telemark, suo marchio di fabbrica per celebrare le vittorie, ben 74 in carriera, visto i trascorsi nel salto con gli sci. Lo ha imitato sul palco il figlio Lev, 4 anni compiti proprio ieri, che con la sua piccola maglia rosa e il suo telemark ha rubato più volte la scena al celebre papà.

I complimenti per la vittoria sono arrivati dal sinaco di Lubiana, dal primo cittadino della città natale di Roglič, Zagorje on Savi (il comune gli ha titolato anche una pista ciclabile), dai presidenti della Federbici e del Comitato olimpico sloveno. Un ambasciatore della Slovenia sportiva nel mondo, un orgoglio nazionale, un esempio e un ispirazione per le giovani generazioni, le parole dal palco per festeggiare la sua conquista della Corsa Rosa. E' salito a salutare Roglič anche il suo ex compagno di squadra di salto ai tempi della nazionale juniores che lo ha aiutato a ripartire sul Monte Lussari dopo la caduta della catena. Roglič che ha confermato che tornerà a gareggiare solo a fine agosto in Spagna, ha voluto omaggiare la memoria dello svizzero Gino Mäder. La sua morte ci parla di quanto siamo fragili, che siamo solo di passaggio, e perciò viviamo appieno le nostre vite, le parole di Primož Roglič che si è lasciato coinvolgere anche dal gruppo musicale Big Foot Mama con i quali ha pure cantato alcuni dei suoi brani preferiti per suggellare la festa in Piazza del Congresso. (ld)

Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.
Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.