Come la maggior parte dei lavori di Marko Požlep, anche l'ultimo progetto ideato e realizzato per la mostra a Cukrarna apre una serie di domande con cui l'artista evidenzia i risultati della ricerca sull'autostrada adriatica costruita tra 1945 e 1966.
Požlep si chiede se questo collegamento abbia cambiato il quadro economico e sociale della regione, se la vacanza sia diventata un diritto costituzionale nel 1965 a causa dello sviluppo del turismo, se il nudismo sia una conseguenza o un causa del turismo di massa e se una strada con collegamento veloce ha anche dato spazio alla creazione di fabbriche ecologicamente discutibili. La complessità di questa vicenda ha portato l'artista in un lungo percorso di ricerca, in cui ha coinvolto anche esperti di altre industrie e testimoni, con i quali ha cercato di ottenere attraverso conversazioni il maggior numero possibile di informazioni.
L'interpretazione poetica del materiale raccolto ci porta così in un mondo in cui il confine tra realtà e casualità è difficile da definire, diventa quasi un'esperienza intima dell'autore, dove il messaggio di convivenza e rispetto per la diversità è più importante di un semplice elenco di fatti.
I passaggi della costruzione e dei suoi effetti sono riassunti nei testi d'autore del poeta e scrittore Muanis Sinanović, mentre le canzoni sono state musicate da Gašper Piano, eseguite poi, insieme a Požlep, sotto forma di concerti in luoghi scelti con cura dell'autostrada adriatica, importanti per questo percorso lungo 1.006 chilometri, lungo la costa adriatica attraversa cinque paesi da Trieste al confine montenegrino-albanese. Le registrazioni dei concerti sono state successivamente montate in un documento video destinato ai visitatori della mostra. La seconda parte è rappresentata da poco meno di un centinaio di disegni che raffigurano i soldati che hanno contribuito a costruire l'autostrada, i cosidetti "dinamitardi", ma anche nudisti, pescatori, turisti e, ultimo ma non meno importante, il mare.
Valerio Fabbri