Foto: EPA
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“Sulla Rotta balcanica, si sta delineando una catastrofe umanitaria volutamente costruita a tavolino”. A ribadire le presunte responsabilità delle istituzioni nei problemi nella gestione dei migranti che giungono in Italia attraverso il confine con la Slovenia, è il presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, Gianfranco Schiavone, che ha fatto il punto della situazione accanto ad altre realtà che a Trieste si occupano di accoglienza.
A causa del blocco dei trasferimenti da Trieste verso il resto del territorio nazionale a partire fine maggio, ha spiegato, in città ci sono centinaia di persone richiedenti asilo abbandonate, con aumento di minori non accompagnati, famiglie, casi vulnerabili, e malati”. “Una irresponsabilità pubblica – ha detto Schiavone - che non ho mai visto nella mia vita".
Secondo il rapporto realizzato dalla rete solidale di Trieste, dall’inizio dell’anno sono stati 494 i richiedenti asilo costretti a vivere per strada, anche per mesi, prima di poter accedere al sistema di accoglienza, anche a causa della chiusura a inizio luglio del progetto del comune di Trieste “emergenza freddo”, che garantiva una sessantina di posti letto.
Sul tema dei migranti è intervenuto però anche il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della conferenza Stato-Regioni Massimiliano Fedriga, secondo il quale “tutte le misure che è necessario fare in questo momento sul territorio per affrontare l'emergenza immigrazione sono dei palliativi: per quanto riguarda la mia regione e la rotta balcanica, - ha aggiunto - penso serva un forte intervento europeo per fare accordi con i Paesi di transito, accordi che poi vanno fatti rispettare". “Dobbiamo dare delle risposte a chi scappa da una guerra, e quindi ha diritto allo status di rifugiato, - ha concluso - però non possiamo pensare che chiunque possa andare dappertutto".
Il tema dell’immigrazione intanto continua ad occupare anche le pagine della cronaca in Friuli Venezia Giulia: nelle ultime ore le forze dell’ordine italiane hanno rintracciato nei pressi del confine con la Slovenia tra Monrupino e San Dorligo della valle 61 migranti irregolari quasi esclusivamente provenienti dall'Afghanistan e dal Pakistan.
A Trieste invece la polizia locale ha sgomberato gli spogliatoi dell'ex campo da calcio del Ponziana, in abbondono da anni, dove vivevano alcuni immigrati: tre persone trovate all’interno sono state identificate e denunciate.
A Udine invece, dopo una rissa scoppiata vicino a una struttura d’accoglienza per minori stranieri non accompagnati, la prefettura ha convocato un vertice istituzionale urgente. I residenti chiedono la chiusura della struttura, ma gli operatori ricordano che il problema della convivenza fra residenti e immigrati, in questo modo, si aggraverebbe, perché i minori sarebbero costretti a vagabondare in città.

Alessandro Martegani