Foto: EPA
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Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, è molto diretto sulla situazione dei migranti nel capoluogo giuliano e spiega: "Non può essere un problema del sottoscritto o del Comune, sono le prefetture e lo Stato che devono risolvere questi problemi. Da anni dico di allestire un hotspot in Friuli" dove ci sono "centinaia di caserme vuote".

Dipiazza inoltre aggiunge: "L'Europa non ci dà una mano, siamo soli. I migranti vengono scaricati tutti in Italia, non in Spagna, Grecia, Malta o Francia. Qualcosa di sospetto c'è. Secondo me una Meloni così forte non va bene a qualcuno, quindi avanti coi migranti che creano problemi al governo. È una mia teoria, abbastanza supportata dai fatti".

Il sindaco di Trieste punta il dito anche contro il sistema accoglienza: "C'è la questione business e dei fondi destinati alle associazioni per l'accoglienza. L'Italia spende 3 miliardi per i migranti, non sono mica noccioline. Una spesa enorme per avere poi tutti questi problemi".

La pensa in modo simile anche il sindaco di Muggia, Paolo Polidori, che negli scorsi giorni si era detto preoccupato per la questione migranti ed aveva definito inaccettabile l'ipotesi di un hub in territorio muggesano. Polidori aveva spiegato: "Dobbiamo trovare altre soluzioni, davanti a flussi che ormai sono senza controllo e che aumenteranno ancora. E che toccheranno comunque le nostre zone come già sta accadendo da tempo. Siamo davanti a un quadro mai così problematico, determinato purtroppo in gran parte da una insostenibile eredità lasciata a livello nazionale da una sinistra che ha pesantemente danneggiato il Paese".

Intanto, alcune ong negli scorsi giorni avevano denunciato che a Trieste, città di arrivo della rotta balcanica, ci sono oltre 400 migranti che non trovano un posto in accoglienza e che vivono all'addiaccio. Diversi stazionano in piazza Libertà, vicino alla stazione ferroviaria, o si accampano in una struttura fatiscente nelle vicinanze, il silos.

Sull'ipotesi di un hot-spot in territorio friulano interviene anche il segretario del Sindacato Italiano Unitario dei Lavoratori della Polizia (Siulp), Francesco Marino, che suggerisce di realizzarlo non a Jalmicco, alle porte di Palmanova, ma a ridosso del confine italo-sloveno, per il rintraccio e lo smistamento dei migranti che arrivano in regione attraverso la rotta balcanica.

Davide Fifaco