Foto: MMC RTV SLO
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Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, si dice soddisfatto per la risposta del Governo all'emergenza migranti nel capoluogo giuliano, dove attualmente stazionano 500 stranieri, dei quali, secondo le promesse dell'esecutivo, 200 verranno trasferiti.

Il primo cittadino giuliano aggiunge: "Sicuramente avranno il problema di Lampedusa con 4mila persone, ma Trieste non puoi abbandonarla così". I tempi sui trasferimenti, ha aggiunto Dipiazza, non sono stati definiti: "L'importante è che li portino via, con cosa e quando non è un problema mio".

Infine, sull'ipotesi hot-spot a Trieste, Dipiazza ribadisce: "Io sono contrario. Se si fa, si fa in Friuli, l'area giuliana non ha gli spazi. Si può fare anche a 50 km dal confine, non cambia nulla. Anche perché i francesi ce li rimandano indietro, noi non siamo capaci di rimandarli indietro né in Slovenia né in Croazia, che sono il vero confine di Schengen se dovessimo fare un ragionamento".

Anche il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha parlato della situazione migranti, affermando che presto la situazione sarà alleggerita a Lampedusa come nella regione da lui amministrata. Il Governatore ha sottolineato che l’Italia non può farsi carico da sola della situazione, auspicando accordi dell’Europa con i paesi di transito e di origine dei migranti.

Intanto l'ICS - Consorzio italiano di solidarietà con una nota comunica che "annunciare ciò che appare solo come un primo trasferimento di richiedenti asilo alla stregua di un successo, come fa il Sindaco di Trieste Dipiazza, è operazione del tutto stonata: si tratta solamente di un parziale rispetto della legge che è stata violata per mesi, creando la grave situazione umanitaria in atto a Trieste e che sarebbe rimasta tale se ICS e le altre associazioni non avessero denunciato la situazione a livello nazionale. ICS fa presente che il numero annunciato è di poco più di un terzo di tutti i richiedenti abbandonati da mesi e che pertanto appaiono necessari ben ulteriori interventi di ricollocazione. Soprattutto - sottolinea ancora ICS - è inderogabile la ripresa di un programma di ricollocazioni a regime che inserisca la rotta balcanica nel piano ordinario di redistribuzione dei richiedenti asilo su tutto il territorio nazionale. Ciò comporta un programma che assegni al confine orientale almeno 100 quote di trasferimenti settimanali.

Davide Fifaco