“Le questioni ancora aperte non devono intaccare i rapporti di amicizia e buon vicinato tra i due paesi”. Questa la constatazione di base emersa dalle dichiarazioni seguite sia all’incontro tra i presidenti dei due parlamenti, sia a quello tra Jandroković e il premier Robert Golob. “Io e il mio collega, siamo consapevoli che, quella riguardante l’arbitrato, è una questione scottante ma gli organismi che rappresentiamo non sono competenti a risolverla”, ha affermato Urška Klakočar Zupančič aggiungendo che però “non mancheranno gli incoraggiamenti rivolti ai rispettivi governi chiamati a trovare una soluzione costruttiva”. “Un problema che non va risolto sotto i riflettori della stampa e dell’opinione pubblica”, ha fatto capire una volta in più il capo dell’esecutivo sloveno lasciando intendere che la delimitazione confinaria continua a essere argomento di dialogo e discussione. Negli incontri lubianesi, toccati pure altri temi d’interesse bilaterale e internazionale e tra questi ultimi - in primo piano - la situazione nei Balcani occidentali e l’allargamento europeo all’area, che trova grande condivisione sia a Lubiana che a Zagabria. Prova ne è l’ultimo Forum strategico di Bled che solo qualche giorno fa, si è prefissato il 2030 come data d’ingresso per tutti. Gli esponenti sloveni non hanno mancato di ringraziare la Croazia per gli aiuti seguiti alle catastrofiche alluvioni d’inizio agosto. “Solidarietà che non può mancare tra due paesi e due popoli vicini”, ha risposto Jandroković che invece ha posto l’ accento sulla posizione dell’etnia croata in Slovenia che reclama maggiore tutela e lo status di minoranza nazionale, posizione che -gli è stato ricordato - viene riconosciuta solo alle comunità autoctone italiana e ungherese. La materia sarà sicuramente approfondita negli incontri che il presidente del Sabor avrà con gli esponenti della minoranza croata.

(lpa)

Foto: MMC RTV SLO/Foto: CDS/Daniel Novakovič
Foto: MMC RTV SLO/Foto: CDS/Daniel Novakovič