Foto: Reuters
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Il gabinetto di sicurezza israeliano ha quindi votato la messa in stato di guerra del Paese. Il provvedimento consente "attività militari di vasta portata". Lo ha fatto sapere l'ufficio del premier, Benjamin Netanyahu, cha ha assunto i poteri di comando della guerra.
Il bilancio delle vittime continua ad aumentare: almeno 700 i morti tra gli israeliani, uccisi anche cittadini stranieri. Secondo agenzie di stampa estera, sono morti 2 thailandesi, un britannico ed un francese. Il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha affermato che "ci sono report che parlano anche di diversi americani morti", secondo il ministro israeliano degli Affari strategici, Ron Dermer, ci sono degli americani anche tra le decine di ostaggi tenuti a Gaza. 370 le vittime, secondo l'ultimo aggiornamento, nei raid israeliani nella Striscia. Lo affermano le autorità locali.
Nel frattempo, aerei da combattimento delle forze armate di Israele hanno colpito "3 quartier generali militari appartenenti a organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza", ovvero Hamas e la Jihad islamica.
Fonti qualificate hanno riferito che in Israele sarebbero ancora presenti "due cellule dormienti" di Hamas pronte a entrare in azione se i militari dello Stato ebraico faranno il loro ingresso a Gaza per un'operazione di terra. Uno scenario che ormai viene dato per scontato: le forze israeliane hanno infatti intenzione di prendere il controllo di tutto il territorio della Striscia.
Il portavoce delle forze di difesa israeliane fa fatto sapere che i miliziani di "Hamas rimangono nel territorio israeliano. Attaccheremo i terroristi ovunque si trovino e libereremo l'area", ha sottolineato.
Fonti ufficiali israeliane, inoltre, hanno smentito alcune notizie che parlavano di negoziati con Hamas tramite l'Egitto. "Per ora stiamo combattendo i terroristi che sono sul suolo israeliano. Non siamo coinvolti fino ad ora in alcuna conversazione, in alcun negoziato sugli ostaggi", hanno spiegato le fonti.
E il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha detto che Teheran "sostiene la legittima difesa della nazione palestinese". Israele, ha affermato, deve "essere ritenuto responsabile" della situazione, il giorno dopo l'attacco lanciato da Hamas. Secondo le sue parole inoltre, "i governi musulmani dovrebbero unirsi nel sostenere la nazione palestinese".
Dal capo del Consiglio esecutivo degli Hezbollah libanesi, al contempo, arrivano minacce contro Stati Uniti e Israele: la violazione dei luoghi santi islamici e il "superamento di tutte le linee" hanno portato all'operazione militare di Hamas contro Israele, a cui si unità l'intera nazione islamica se persisterà nella sua "follia".
Politico riporta comunque che Washington potrebbe autorizzare un significativo trasferimento di armi a Israele. Queste potrebbero giungere dalle scorte americane nel Paese, destinate ai conflitti i Medio Oriente, che Israele è autorizzato ad usare solo in caso di emergenza.
Per questa sera è inoltre prevista una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che si svolgerà a porte chiuse.