Foto: Radio Capodistria
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La migrazione è un fenomeno umano storicamente sempre esistito nonché un diritto di tutti gli esseri umani a spostarsi alla ricerca di migliori condizioni di vita che negli ultimi anni ha assunto una connotazione emergenziale. Se con la caduta dei confini tra gli stati europei la libera circolazione delle persone è diventata una realtà quotidiana, ha rilevato Roberta Altin dell'Universita di Trieste, la percezione cambia quando di stratta di stranieri, migranti che vogliono entrare nello spazio europeo. Per raggiungere il primo paese dove chiedere asilo, ha detto, devono essere invisibili, appena varcano il confine diventano troppo visibili, e non siamo più in grado di accoglierli ha detto la professoressa Altin che è anche coordinatrice del Centro Interdipartimentale su Migrazioni e Cooperazione Internazionale allo sviluppo sostenibile.

Uršula Čebron Lipovec dell'Università di Lubiana ha evidenziato come la Slovenia, e altri paesi europei, facciano di tutto per isolare i migranti e i rifugiati nelle cosiddette zone invisibili, per farli diventare solo ombre e tracce senza nessun contatto umano, quasi come degli spiriti maligni. Non dimostriamo nessuna empatia nei loro confronti, cresce l'intolleranza, vengono associati a reati criminali, terreno fertile, ha detto Čebron Lipovec, per una determinata frazione poltica che sostiene i respingimenti e le espulsioni. In Slovenia è in preparazione la nuova legge sui migranti che a dire della professoressa presenta alcuni elelmenti positivi ma nel suo insieme è molto parziale e superficiale. Da una parte vogliamo i migranti per farli lavorare dall'altra facciamo di tutto per respingerli.

Marijana Hameršak dell'Istituto per etnologia e il folklore di Zagabria si è soffermata sulle morti invisibili, sulle migliaia di persone che persono la vita in modo tragico lumgo la rotta Balcanica e nel Mediterraneo. Corpi senza nomi, sepolti in cimiteri di periferia, morti che non rientrano neppure nelle statistiche, per tanti, ha detto, attraversare i confini significa mettere in pericolo la loro vita o addirittura morire.

E' necessario uscire dagli schemi quando parliamo di migranti, cambiare il paradigma ha detto Alessandro Monsutti dell'Istituto di alti studi internazionali e dello sviluppo di Ginevra, grande studioso dell'Afganistan. Spesso anche la solidarietà viene criminalizzata hanno evidenzaito le ONG, che in molti casi, hanno detto, sono lasciate sole a gestire l'accoglienza. (ld)