Al centro delle discussioni la questione dell'armonizzazione del valore degli stipendi base nel prossimo anno. Il governo ha proposto ai sindacati una parziale armonizzazione delle retribuzioni pari al 2,22 per cento nella seconda metà del 2024. I sindacati sI sono detti soddisfatti per la ripresa dei negoziati sottolineando la necessità però insistendo su un adeguamento del cento per cento all’inflazione. La formula avanzata dal governo prevede un adeguamento salariale nella seconda metà del 2024 in base alla formula secondo la quale andrebbero a sottrare 1,7 punti percentuali dall’inflazione annua in base alla crescita dei salari per gli avanzamenti. L’armonizzazione finale sarebbe così pari al 60 per cento di questo importo, ha dichiarato il ministro delle Finanze Klemen Boštjančič a margine delle trattative, il quale ha ricordato che in base alle attuali previsioni i salari aumenterebbero del 2,2 per cento in base ad un’inflazione del 5,4. Il Ministro ha poi detto di puntare pure ad un accordo che prevede pure un ritardo dell'attuazione della riforma salariale nel settore pubblico e l’eliminazione delle disparità salariali, inquanto a detta del Ministro sarebbe irrealistico attendersi la realizzazione dei programmi prefissati entro il primo gennaio del 2024. Entrambe le sigle sindacali del pubblico impiego si sono dette soddisfatte nonostante la richiesta dell’armonizzazione del 100 per cento all’inflazione, sono emerse delle differenze per quanto riguarda i tempi previsti per l’armonizzazione tra chi la richiede a gennaio e chi a marzo, queste posizioni, secondo a quanto affermato dal Presidente della Confederazione dei sindacati del pubblico impiego verranno unificate entro mercoledì. I sindacati sono divisi pure sulle disparità salariali.

Dionizij Botter

Foto: BoBo/Borut Živulović
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