Il 10 giugno del 1924, a Roma, Giacomo Matteotti, deputato socialista, originario di Fratta Polesine (poco lontano da Rovigo), veniva rapito, seviziato e poi ucciso da una squadra fascista. Dopo aver denunciato in parlamento i brogli, le violenze, le intimidazioni delle elezioni di quell'anno, che portarono il fascismo al governo. Il suo corpo fu ritrovato due mesi dopo, abbandonato in un bosco vicino alla capitale. Nel centenario di quel delitto, che sconvolse l'Italia e di cui Mussolini si assunse pubblicamente la "responsabilità politica, morale e storica", il suo Polesine, dove la memoria di Matteotti è sempre fortissima, si prepara a ricordarne la figura con molteplici iniziative e come monito ed esempio per l'oggi. Anche nei confronti dei più giovani. Circa 800 mila euro il finanziamento statale previsto dalla Legge Segre per il Centenario.

Nel paese che gli ha dato i natali (nel 1885) e dov'è sepolto, sarà oggetto di un completo restyling la Casa Museo, tutelata come monumento nazionale, che diventerà un luogo di riflessione su una delle pagine più drammatiche della storia italiana del Novecento e sulla lezione di Giacomo Matteotti, l'eredità antifascista nel tempo presente. A Rovigo, dal mese di aprile, e con il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario, una mostra con immagini e documenti racconterà la storia di un eroe della libertà e anche il rapporto fra Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario e amministratore locale, e il Polesine, teatro di lotte e insieme di riscatto sociale. Mentre pensando alle nuove generazioni saranno realizzati un fumetto e un gioco da tavolo, entrambi distribuiti alle scuole di tutta Italia.

E il 10 giugno a onorare il ricordo di Giacomo Matteotti arriverà a Fratta anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Giacomo Matteotti (al centro) nel giugno 1924, qualche giorno prima della morte
Giacomo Matteotti (al centro) nel giugno 1924, qualche giorno prima della morte