Foto: Comune di Trieste
Foto: Comune di Trieste

Un progetto incompleto e pieno di contraddizioni, su un’opera che non risolve i problemi di mobilità e inquinamento della città e rischia di costare un sacco di soldi alla collettività, e di fatto non è cantierabile.
Il Comitato “No Ovovia” torna all’attacco del contestato progetto di funicolare fra Trieste e Opicina in occasione dell’incontro sulle firme raccolte in calce alla petizione che chiede il blocco del progetto e il cambiamento di destinazione d’uso dei finanziamenti per una linea di tram.
Fino questo momento, - ha confermato il coordinatore del comitato William Starc – abbiamo raccolto più di 10 mila firme. La petizione sarà presentata a Roma e poi inviata a Bruxelles”.
Alla base della battaglia del comitato ci sono ragioni di opportunità, economiche, ma anche giuridiche, come evidenziato pochi giorni fa anche dal Consigliere comunale e regionale Francesco Russo: secondo i documenti presentati da Russo, e provenienti dalla Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio, (organo del Ministero della cultura), la linea non sarebbe compatibile con l’area del Porto vecchio, il progetto avrebbe bisogno di approfondimenti e ci sarebbero anche dubbi sull’adeguato utilizzo delle risorse. Tutte critiche rinviate al mittente da parte della giunta comunale, che ha accusato Russo di aver diffusi documenti superati (dopo quel parere c’era stato un incontro fra il Comune e il Ministero, ed era stato abbandonato il progetto delle stazioni ideate dall’architetto Fuksas), ma che invece rimangono tutte sul tavolo secondo il comitato No Ovovia.

Foto: Martegani
Foto: Martegani

Si tratta, hanno detto i componenti del comitato presenti, di un progetto lacunoso, non esecutivo ed evidentemente realizzato copiando altri documenti simili, basti pensare che sulle cabine è previsto il posto per gli sci, ma non per le biciclette.
“Mancano – ha ricordato il professore Maurizio Fermeglia - parti fondamentali come quella riguardante la sicurezza nel sorvolo delle strade, valutazioni precise del rischio idrogeologico, visto che non sono stati fatti i rilievi necessari, e ci sono dati evidentemente sovrastimati sui passeggeri”. Per essere sostenibile economicamente, la cabinovia dovrebbe portare più di tre milioni di persone l’anno, 12 mila al giorno, mentre valutazioni più realistiche, con due milioni o un milione di passaggi l’anno, producono perdite di uno o anche due milioni l’anno, che andranno a carico dei cittadini.
Secondo il comitato poi, sono poco realistiche anche le valutazioni sull’impatto del vento, che potrebbe bloccare l’impianto per parte dell’anno riducendo ancora di più i ricavi e l’abbattimento delle emissioni di C02.
Proprio su questo punto Fermeglia ha messo in evidenza la previsione, a suo parere del tutto irrealistica, del progetto, visto che si parla di un abbattimento del 49 per cento delle emissioni a fronte di una riduzione del traffico dell’1,26. Anche i parcheggi rimangono un problema: a fronte di migliaia di passaggi previsti ogni giorno, il parcheggio di Opicina dovrebbe avere poco più di 400 posti.
Sul tema si è mossa anche l’opposizione in Consiglio comunale che alla prossima seduta chiederà di discutere con urgenza una mozione che, come ha ricordato Riccardo Laterza di Adesso Trieste, “chiede di aprire una vera interlocuzione con il Ministero volta a cambiare il progetto per non perdere i fondi già stanziati”. “I veri disfattisti - ha aggiunto - sono quelli che, ancora oggi, si ostinano a procedere su una strada la cui fine è già segnata, sprecando tempo, energie e soprattutto soldi pubblici”.

Alessandro Martegani