Foto: BoBo
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Il governo ha svolto con successo il suo lavoro nel 2023, coordinandosi in modo efficace soprattutto in occasione dell'emergenza alluvioni, e anche nel 2024 intende proseguire con il piano delle riforme sottoscritto da tutte le forze di maggioranza. E' questo il succo delle dichiarazioni dei tre vice-presidenti dell'esecutivo, Boštjan Klemenčič, Luka Mesec e Matjaž Han, che al termine del consiglio dei ministri si sono presentati davanti ai microfoni per riferire di una riunione che, stando alle loro parole, ha toccato solo in maniera marginale l'argomento politico del giorno, ovvero la decisione di Švarc Pipan di non volersi dimettere, dando vita a uno sgradevole scambio di accuse con il suo partito, che già ieri aveva consegnato al premier la sfiducia nei confronti della ministra.
Prima della riunione, infatti, si erano registrate le dichiarazioni della leader Socialdemocratica e ministra degli Esteri, Tanja Fajon, ma anche di di parlamentari di maggioranza e opposizione che chiedevano una soluzione rapida a un caso che - come ha ammesso a denti stretti Han - rischia di mandare in crisi la maggioranza di governo, almeno nella sua attuale composizione. Eppure era stato proprio il premier, Robert Golob, a voler insistere su maggiori chiarimenti prima di procedere a un licenziamento considerato come un atto dovuto secondo maggioranza e opposizioni.
La situazione è riassunta nella risposta sconsolata di Han al termine della riunione di maggioranza. All'ennesima domanda sul caso del giorno, il ministro per lo sviluppo ha elencato i suoi impegni politici e ministeriali di giornata per sottolineare che il suo interesse, così come quello del governo appena riunitosi, è rivolto al destino di due milioni di cittadini, e non a quello di una singola persona. Eppure potrebbe essere questa singola persona, se non a decidere, quantomeno a condizionare il destino del governo.