Foto: ARC
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Uno strumento per dare tutela e supporto agli stranieri residenti in Friuli Venezia Giulia, ma soprattutto per favorire l’integrazione degli immigrati presenti nella regione.
La Cisl, l’Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere) e la Regione hanno presentato gli sportelli dedicati espressamente alla tutela dei diritti e al supporto delle comunità straniere della regione, che conta più di 116 mila persone, provenienti soprattutto da Romania, Bangladesh e Albania.
Si tratta di quattro strutture, già operative a Trieste, Monfalcone, Udine e Pordenone, gestite dal sindacato e finanziate dalla Regione, che si occupano di dare informazioni e assistenza su tutti gli aspetti della vita degli immigrati in Italia: salute, lavoro, casa, tutela dei diritti.
Fra i servizi che le comunità di migranti potranno trovare, in forma gratuita, ci sono ad esempio consulenze e affiancamento nella compilazione di documenti, promozione di corsi di lingua, cultura italiana ed educazione civica, necessari per avere il permesso di soggiorno prolungato o la cittadinanza, servizi che riguardano la sanità, informazioni e assistenza in materia di lavoro, permessi e visti.

Non manca naturalmente la tutela dei diritti, attraverso l’assistenza legale, che però sarà affiancata, ha detto il presidente dell’Anolf, Ahmed Faghi Elmi (che ha partecipato alla presentazione nella sede della regione a Trieste, accanto all’assessore regionale Pierpaolo Roberti, e ad Alberto Monticco, Segretario Generale della CISL regionale), anche alle informazioni sui doveri che comporta la permanenza in Italia.
La Regione, ha detto Roberti, ha partecipato all’iniziativa poiché rappresenta la strada giusta per una reale integrazione e s’inserisce nel solco tracciato dalla legge sull’immigrazione approvata lo scorso anno: “Questo è un primo progetto – ha detto - che riguarda la nostra legge sull'immigrazione approvata negli ultimi mesi della scorsa legislatura, e che viene finanziato con le risorse che quella norma stanzia. Vogliamo far passare un concetto fondamentale: siamo contrari a tutto quello che è immigrazione clandestina, ma non siamo contrari a quello che è l'immigrazione in generale. Quando viene regolamentata, quando ci sono delle regole ben precise, e quando ci sono delle strutture come quelle che si sono venute a creare grazie alla collaborazione con Anolf, che riescono a instradare l'immigrato in percorsi d’integrazione sul territorio è un vantaggio per tutti”.

“La nostra norma – ha aggiunto riguardo l’immigrazione clandestina - offre la possibilità di finanziare e dare sostegno alle forze dell'ordine e alle autorità competenti per limitare quanto più possibile i flussi irregolari, sui quali noi crediamo che difficilmente possa esserci integrazione. L'integrazione deve basarsi sul rispetto delle regole, prima di tutto ci sono i doveri, poi ci sono i diritti, che devono essere ovviamente tutelati per chi arriva, ma uno dei doveri fondamentali è quello di non arrivare illegalmente sul territorio. Ovviamente noi possiamo intervenire soltanto con il sostegno alle autorità competenti, perché non abbiamo competenza diretta sul controllo dei confini che è materia di competenze esclusiva dello Stato, ma stiamo intervenendo anche con il sostegno alle forze dell'ordine sul territorio e penso che questo possa essere un vantaggio per tutta la comunità regionale”. Roberti ha anche sottolineato come questo sia il modo corretto di parlare d'immigrazione, definendo quella irregolare, di cui si parla molto di più, un fatto residuale rispetto alle 116 mila persone che risiedono regolarmente in regione.
“Considerando il forte rilievo delle comunità straniere in Friuli Venezia Giulia ed anche la loro incidenza su nostro mercato del lavoro – ha commentato il segretario Cisl Fvg, Alberto Monticco - lavorare sulla piena integrazione oggi è una necessità: integrazione significa non essere cittadini di serie B, ma persone in grado di interagire in modo positivo e propositivo con il territorio di accoglienza, stabilendo che i diritti, in ogni ambito, e la loro tutela, assieme agli obblighi, devono essere il nostro faro”.
Faghi Elmi ha anche tracciato un quadro della presenza degli stranieri in Regione e delle necessità delle comunità: “Uno dei maggiori bisogni espressi dall’utenza straniera – ha detto - è il supporto per l’invio di procedure on line, sempre più diffuse, ma poco accessibili per le stesse modalità e per la poca pratica con l’uso del pc. Le altre criticità riguardano i tempi estremamente lunghi per il rilascio del permesso di soggiorno che molto spesso compromettono la regolarizzazione. In queste sacche di tempo, purtroppo, prolificano, alimentati da imprenditori spregiudicati, il dumping lavorativo e la concorrenza sleale, con molto stranieri che, pur di lavorare, accettano condizioni spesso molto al di sotto dei livelli minimi contrattuali. Infine, sempre rispetto al nostro osservatorio, rimane ancora critica la situazione di tutti gli extracomunitari che escono dal sistema dell’accoglienza e che, malgrado un lavoro, si trovano senza casa”.
Nel corso della presentazione il presidente dell'Osservatorio regionale antimafia, Enrico Sbriglia, che ha poi sottolineato come iniziative di questo tipo, favorendo il dialogo e l’integrazione. rappresentino “un argine all’estremismo religioso e al terrorismo”.

Alessandro Martegani