Foto: Reuters
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Un decesso che sta creando scompiglio e agitazione in Russia dove, secondo fonti di stampa straniere, salgono a oltre 200 le persone arrestate finora per aver manifestato contro la morte di Navalny e il Cremlino. La maggior parte della popolazione punta il dito direttamente contro Putin, insieme a numerosi altri Paesi europei e gli Stati Uniti. A Mosca, San Pietroburgo e in tantissime altre piazze del Paese numerose persone hanno deposto dei fiori ai piedi del "Muro del dolore", il monumento dedicato alle vittime della repressione del regime sovietico, accanto a una foto incorniciata dell'oppositore russo. Corone, lumini e biglietti immediatamente tolti dalle forze di polizia e gettati nei sacchi dell'immondizia. Nei video che circolano in rete molte le strade pattugliate dagli inquirenti che fanno sparire insieme al resto anche cartelli e striscioni che dichiarano il dissenso e la rabbia dei cittadini durante i diversi raduni commemorativi organizzati. Veglie e fiaccolate anche ad Amsterdam, Lisbona, Roma, Napoli, Sofia e molte altre città.

Intanto il corpo di Navalny non si trova nell'obitorio che era stato indicato dalle autorità russe. La famiglia del dissidente in un post sui social ha richiesto l'immediata restituzione della salma. Il legale della madre è stato anche informato dagli investigatori che la causa della morte è ancora sconosciuta e che i risultati del nuovo esame che verrà effettuato sul cadavere non saranno noti prima della prossima settimana. "Sappiamo per certo che non si è trattato di una semplice morte, ma di un omicidio", ha dichiarato la portavoce del dissidente Kira Yarmysh alla BBC. "Stanno cercando di coprire le loro tracce, ecco perché non consegnano il corpo alla famiglia ed ecco perché lo nascondono", ha aggiunto.

Continuano ad arrivare messaggi di solidarietà e cordoglio da parte del mondo politico internazionale e delle persone comuni. Zelensky durante una conferenza ha dichiarato "Un omicidio deciso da Putin. Dovrà rispondere anche di questo". I ministri degli Esteri del G7 riuniti a Monaco hanno osservato un minuto di silenzio all'inizio della loro riunione a margine della Conferenza sulla sicurezza. La Cina secondo l'agenzia di stampa francese AFP non ha voluto commentare la vicenda affermando che si tratta di questioni interne alla Russia. "Venga fatta piena luce" ha detto il Ministero degli Esteri britannico. Immediata la stoccata dell'ambasciata russa negli USA che ha dichiarato: "Si concentrino sui problemi dei loro Paesi".

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