Foto: archivio
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La Regione istriana respinge le critiche di concorrenza sleale e afferma che anche altre contee e soprattutto le città maggiori adottano varie metodologie per sopperire alla carenza di quadri nel settore sanità. “La nostra iniziativa è indirizzata prima di tutto agli operatori già impiegati nel nostro territorio e solo successivamente a quelli delle altre aree del paese; vogliamo che non se ne vadano all’estero stimolandoli con avanzamenti, stipendi più alti, ma anche offrendo migliori condizioni di lavoro e di vita”, ha detto Gordana Antić, assessore alla sanità della Regione istriana.

Nelle settimane scorse infatti l’amministrazione regionale ha lanciato una vasta campagna pubblicitaria, con mega cartelloni collocati nella penisola ma anche in altre aree della Croazia che in sintesi recitano: “È giunta l’ora del cambiamento. Se desideri progredire nella professione medica e vivere bene vieni in Istria”, e invitano a visitare il sito della Regione per avere ulteriori informazioni. L’apparizione di detti manifesti in alcune località della Slavonia e Dalmazia, come si è visto, ha però suscitato il malcontento degli amministratori locali. “Propaganda scorretta”, dicono stigmatizzando il comportamento di quella che definiscono una regione ricca mentre anche quelle più povere devono far fronte alla mancanza di medici e infermieri. “Il mercato del lavoro è libero, sta nell’individuo scegliere dove andare”, rispondono a Pola dove non vedono alcun problema in questo metodo pubblicitario innovativo. “Già da subito potremmo impiegare una 30.ina di medici di base e una 40.ina di infermieri”, ha affermato la Antić ricordando che l’amministrazione regionale ha stanziato quasi 2 milioni di euro - in bonus una tantum, premi fedeltà, pagamenti aggiuntivi nei mesi estivi, finanziamenti per le spese d’affitto e altro- per trattenere il personale attuale e attirarne nuovo. (lpa)


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