Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Un passo importante quello che fra un paio di giorni farà il Comitato No Ovovia di Trieste presentandosi nella sala Conferenze della rappresentanza del Parlamento Europeo a Roma alla quale hanno confermato partecipazione ed intervento esponenti del Parlamento Europeo e Nazionale, i Presidenti nazionali delle Associazioni ambientaliste che partecipano in ambito locale alle azioni del Comitato, ed altri soggetti che seguono sotto diversi profili la realizzazione degli obiettivi del PNRR. Lo scopo è quello di chiedere di abbandonare questo progetto e destinare i fondi a qualcos'altro di meno impattante sul territorio giuliano ed anche di più utile.

Sarà inoltre presentato quanto è stato fatto in questi due anni e mezzo di costante impegno da parte del Comitato per fermare il progetto della Cabinovia. Durante l'incontro pubblico è stato anche commemorato il professor Maurizio Fermeglia, recentemente scomparso, ed il suo impegno scientifico ed umano nel Comitato.

Uno dei membri del Comitato, William Starc, ci ha spiegato cosa accadrà Roma: "Andiamo a Roma perché ci sembra giusto dare risalto a come ha risposto la città alla nostra proposta di fare un appello al Parlamento Europeo sui finanziamenti del PNRR per rivedere alcune scelte che evidentemente, secondo noi, sono insostenibili, quello della cabinovia in modo palese. Inoltre, andiamo a Roma per presentare le cose a Bruxelles ma anche affinché il governo intenda, perché ormai la competenza del PNRR dopo l'accordo di dicembre tra governo e commissione è tutta di competenza del governo italiano. Il comune di Trieste tira dritto, noi assistiamo e monitoriamo i vari passaggi e ci riserviamo di intervenire nel momento in cui gli altri ulteriori atti a compimento dei procedimenti in corso saranno perfezionati per fare le opportune osservazioni o ricorsi nelle sedi opportune, perché noi continuiamo a dire che i presupposti di base per mandare avanti questo progetto, ovvero la sostenibilità, il principio di non recare danno all'ambiente, il fatto di non essere un trasporto pubblico di massa, il fatto di creare una voragine nei conti pubblici per la sua gestione, sono elementi che dovrebbero stoppare l’opera”.

Davide Fifaco

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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