Foto: Ministero della cultura
Foto: Ministero della cultura

“L’Aquila si avvia a celebrare i 15 anni del terremoto. Un evento che ci ha colpito non solo come istituzioni, ma come cittadini. Essere la Capitale italiana della Cultura non è un risarcimento ma rappresenta un elemento attorno a cui ricostruire il tessuto sociale della nostra comunità.” Le prime parole del sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, dopo la proclamazione della città vincitrice. Tra le altre candidate c’erano Agone, Alba, Gaeta, Latina, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso e Unione dei Comuni Valdichiana Senese. La giuria, con voto unanime, ha scelto L’Aquila perché il dossier, come si legge nelle motivazioni, “promuove un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, artistico e naturale, mira al recupero dell’identità, puntando sulla cultura intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità”. Alla città vincitrice del titolo di Capitale italiana della Cultura 2026 è stato assegnato un contributo finanziario di un milione di euro, che permetterà di concretizzare gli obiettivi presentati nel progetto di candidatura. Finanziamento che farà trasformare delle idee astratte in concrete, creando un programma annuale che esporrà la ricchezza culturale e le prospettive di sviluppo della città. “La cultura è un elemento fondante, è un recupero dell’identità e proiezione nel futuro. Vi garantiamo che saremo all’altezza del compito che ci assegnate” ha dichiarato il sindaco Biondi. Quest’ultimo ha anche garantito che le altre città candidate saranno parte di questo percorso, concordando in questo modo con le parole del ministro della Cultura Sangiuliano, il quale, durante la cerimonia di proclamazione, si è detto favorevole alla proposta del presidente della giuria di integrare un bando, istituendo così un riconoscimento anche alle altre finaliste.

B.Ž.