Foto: BoBo
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La Slovenia indirà un referendum consultivo sull'opportunità di costruire un nuovo reattore nucleare per sostituire quello attuale attivo nella centrale nucleare di Krsko, una volta che sarà dismesso nel 2043. Inoltre, è prevista anche una consultazione sul fine vita.

Su queste due importanti consultazioni sono questi i pareri del deputato al seggio specifico per la minoranza italiana, Felice Žiža:

"Per quanto riguarda il nucleare, come riportato dai media sloveni anche noi (io ed il collega rappresentante della Comunità ungherese) abbiamo appoggiato l'iniziativa del referendum. Abbiamo dato il nostro consenso alla costruzione della seconda parte della centrale termonucleare di Krško perché siamo convinti che questa fase energetica del consumo dei combustibili fossili, legata all'inquinamento, non sia più sostenibile e purtroppo non esiste altra soluzione per avere energia che non sia quella delle centrali termonucleari. Queste servono quindi a fare perlomeno da ponte verso il futuro, in modo da dare tempo di svilupparsi a tutte le energie sostenibili dal punto di vista ambientale, che prenderanno il posto in maniera completa dei combustibili fossili. Sono quindi assolutamente a favore e chiaramente un progetto così importante richiede una consultazione referendaria e come me la pensa appunto anche il rappresentante della Comunità ungherese; siamo quindi favorevoli, ribadisco, alla proposta iniziale del governo che è stata appoggiata da tutti i gruppi politici.

Sul fine vita, ovvero il referendum sul suicidio assistito per aiutare le persone che in qualche modo sono arrivate al loro fine vita e vorrebbero avere la possibilità di scegliere l'eutanasia, in Slovenia attualmente ciò non è permesso, come avviene invece in altri Paesi, che in questo senso considero all'avanguardia. Già da tantissimo tempo si parla di queste situazioni, in tante nazioni ci sono delle leggi specifiche a riguardo. Io credo che in Slovenia sia giunto il momento di avere una legge opportunamente preparata. La legge che era stata presentata ed alla quale abbiamo votato contro la scorsa settimana, che è stata quindi rigettata in seduta plenaria del Parlamento della Repubblica di Slovena, non era un provvedimento preparato bene. Alcuni giorni prima avevamo avuto la possibilità di parlare con la commissione etico professionale, dove i pareri erano assolutamente contrari al testo così come era stato redatto ed anche l'Ordine dei medici della Repubblica di Slovenia aveva espresso perplessità, dopo aver analizzato tantissimi articoli della legge che non ha ritenuto abbastanza approfonditi per la procedura che porterebbe un paziente al suicidio assistito, che ovviamente deve essere assolutamente priva di ogni possibilità di equivoco o manipolazione. Purtroppo, ed è ampiamente dimostrabile, in certi Paesi gruppi malavitosi organizzati hanno approfittato dei vuoti legislativi, in questo senso, per il traffico di organi; quindi, bisogna lavorare per sviluppare degli articoli di legge minuziosi, insieme ai medici, alle figure professionali specializzate e chiaramente alla politica, in modo da evitare qualsiasi possibilità di infiltrazione.
Nella costruzione della legge vanno inoltre coinvolte anche altre branche mediche, come la psicologia e la psichiatria, che devono dare i propri pareri a supporto dei pazienti ed ovviamente deve esserci un lungo dibattito pubblico. Da tutte queste strutture, commissioni, tavoli di lavoro, consultazioni, consigli professionali deve uscire una norma 'saggia', completa ed inequivocabile.
La proposta giunta in seduta plenaria del Parlamento non è passata, è stata bocciata di comune accordo con il partito di maggioranza, quindi Movimento Libertà; lo stesso gruppo parlamentare ha proposto il referendum, che noi rappresentanti delle minoranze giudichiamo come una proposta positiva, perché è un passo importante che il popolo, la popolazione slovena, deve essere chiamata a poter decidere. Speriamo che nel momento che verrà indetto il referendum la popolazione si rechi a votare in numero sufficientemente alto, in modo da esprimere quello che è il loro parere, perché in Slovenia, purtroppo, l'affluenza alle urne, durante i referendum, è molto bassa e questo è il timore che la politica ha sempre quando indice dei referendum consultivi".

Davide Fifaco