La ministra delle politiche agricole e forestali, Mateja Čalušič. Foto: Televizija Slovenija
La ministra delle politiche agricole e forestali, Mateja Čalušič. Foto: Televizija Slovenija

Avevano promesso di bloccare il centro di Lubiana se non avessero ricevuto risposte adeguate dal ministero, che a sua volta aveva chiesto più tempo per affrontare problemi definiti dalle radici profonde. Evidentemente qualcosa si è sbloccato nel fine settimana, forse prima, anche se fino a venerdì dal movimento degli agricoltori facevano sapere che la protesta del 19 marzo era ancora un’ipotesi concreta. O forse solo uno strumento per una trattativa che sembra essere uscita da un possibile stallo che avrebbe messo in ulteriore difficoltà il governo.
Il presidente del sindacato degli agricoltori, Anton Medved, ha detto ieri in conferenza stampa che l’accordo sottoscritto col ministero presuppone di una cooperazione costruttiva che permette di venire incontro alle richieste della protesta. A preoccupare gli agricoltori, in particolare, è la collocazione delle infrastrutture idriche o di altra natura che vanno a interferire coi terreni agricoli, da essere protetti al massimo secondo i manifestanti. L’accordo quadro mantiene al suo interno diversi temi, per i quali secondo i gli agricoltori è necessaria una valutazione completa dell'impatto ambientale e delle ripercussioni su ogni singola azienda agricola, così come sulla salute umana e su quella degli animali. Altro tema spinoso è la gestione della pulizia nelle zone colpite da maltempo e alluvioni, con un rimpallo di responsabilità sulla gestione dei letti dei fiumi. Incomprensioni anche sulle tariffe per la manutenzione delle strade forestali, pagate da proprietari terrieri, comunità locali e Stato, ma utilizzate come un bene pubblico a tutti gli effetti. Le questioni pendenti sono quindi molte, a partire dall’abbattimento di orsi e lupi, con le lungaggini ministeriali sugli abbattimenti d’emergenza che hanno comportato ulteriori danni ambientali e incomprensioni. Insomma, la firma dell’accordo è una tregua più che la conclusione delle trattive, perché i capitoli ancora aperti sono molti, ma come ha detto la ministra Čalušić all’agenzia di stampa slovena, “il lavoro negoziale non solo continua, ma ora inizia anche in una prospettiva diversa".

Valerio Fabbri