Foto: Radio Capodistria/Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Fifaco

Il Coordinamento studentesco "Assemblea per la Palestina" aveva deciso di occupare l'aula Baciocchi della sede del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Trieste in protesta in seguito alla cancellazione si un incontro con l'attivista Stephanie Westbrook sulla necessità di boicottare Israele e di sensibilizzare l'opinione pubblica contro la collaborazione tra l'Ateneo e la Leonardo che produce armi impiegate nel conflitto in Medio Oriente contro la Palestina.

Ecco cosa ci riferisce una delle studentesse che hanno preso parte all'occupazione: "Abbiamo occupato perché ci è stata negata la possibilità di avere un’aula per organizzare una riunione con la giornalista Stephanie Westbrook, per parlare del boicottaggio ad Israele. Perciò abbiamo occupato l’aula la notte tra il 19 e 20 marzo, ma abbiamo deciso di dichiarare terminata l’occupazione perché, in buona sostanza, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, ossia parlare con il rettore venerdì alle 13 sempre nell’aula Baciocchi".

Quali saranno le vostre richieste al Rettore?

Le nostre richieste saranno sicuramente quelle di cessare i patti vigenti con la Leonardo SpA, che è il motivo per cui inizialmente abbiamo occupato, ed in generale di evitare il negazionismo nei confronti del genocidio palestinese che è appunto uno dei motivi per cui abbiamo occupato anche a novembre e che ci ha spinto ad occupare anche questa volta”.

Queste invece le precisazioni di uno studente:

"Noi siamo studenti e studentesse dell’Assemblea per la Palestina, un’organizzazione molto orizzontale nata con le occupazioni di novembre. Avevamo come obiettivo principe e principale quello di avere un incontro con il Rettore, anche se non è, purtroppo, questo quello che è uscito sui media locali, visto che è stato dato spazio solo alla versione del Rettore stesso, che non coincide del tutto con la nostra. Non abbiamo mai avuto in questi giorni la possibilità di parlare direttamente con il Rettore in persona, che ha parlato con noi solo attraverso la Digos, quindi le forze di polizia. Questo ha creato molte incomprensioni e siamo dispiaciuti di ciò. Noi volevamo semplicemente ottenere un incontro, ed ora che lo abbiamo ottenuto l’occupazione è finita. Non ci sono perciò motivi di accusarci, eventualmente, di altre cose".

Davide Fifaco