Foto: EPA
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Il governo israeliano ha annunciato di aver sequestrato 800 ettari di terra nella Valle del Giordano, nella Cisgiordania occupata per utilizzarli come terreno statale. "Stiamo promuovendo gli insediamenti in tutto il Paese con duro lavoro e in modo strategico", ha annunciato il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich. Non è tardato ad arrivare un primo commento dell’Autorità autonoma palestinese che condanna fortemente l'annessione del terreno a Israele descrivendolo come una "continuazione dello sterminio e dello sfollamento del popolo dai propri luoghi d'origine" ed esprimendo rammarico per la capacità del mondo politico internazionale nello spalleggiare ed essere complice della distruzione portata avanti dal governo di Netanyahu.

Critico il Segretario di Stato americano Antony Blinken, che durante la visita in Israele ha descritto l'espansione degli insediamenti come controproducente per il raggiungimento di una pace duratura e stabile. Quest'ultimo in merito al suo nuovo tour in Medio Oriente, dopo aver presentato una nuova risoluzione su un cessate il fuoco - bloccata con il veto di Russia e Cina -, punta a sollecitare alternative all'attacco di terra annunciato da Israele alla città di Rafah. Le forze israeliane hanno però dichiarato che "è imperativo" smantellare la Striscia di Gaza e non solo per il raggiungimento della vittoria e che proseguiranno "con o senza l'appoggio degli Usa". Tel Aviv avverte che gli aiuti umanitari per i civili proseguiranno nella speranza che non cadano nelle mani del movimento Hamas, di cui vogliono distruggere tutti le centrali di comando. Durante una riunione a margine del Vertice europeo centrata sul conflitto mediorientale, i Primi Ministri di Slovenia, Spagna, Irlanda e Malta si sono detti favorevoli nel riconoscere uno Stato palestinese indipendente in quanto questo rappresenta l’unico modo per “raggiungere la pace in sicurezza”.