Da sinistra: il ministro degli sloveni nel mondo, Matej Arčon; la sciatrice Caterina Sinigoi; e l'allenatore della sciatrice, Aleš Sever. Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Da sinistra: il ministro degli sloveni nel mondo, Matej Arčon; la sciatrice Caterina Sinigoi; e l'allenatore della sciatrice, Aleš Sever. Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria

Da Aurisina a Sesana ci sono poco più di 20 chilometri, una distanza che in alcuni grandi centri urbani potrebbe anche essere poco più di un percorso cittadino. Per Caterina Sinigoi, invece, la distanza fra dove è nata e dove risiede il suo allenatore e preparatore storico, Aleš Sever, sono i chilometri percorsi con costanza, pazienza, e impegno per realizzare il suo sogno di diventare sciatrice d'alto livello, specialista di slalom e gigante che non disdegna anche il super G. Per dare vigore alla sua passione sciistica, Sinigoi ha deciso di lasciare l'Italia, sportivamente parlando, e abbracciare la Slovenia: "Il mio sogno era sempre di far parte della squadra nazionale italiana, dove c'è molta competizione, molta concorrenza perché sono tantissime le ragazze che hanno il mio stesso sogno. Perciò era sempre più difficile, e ogni stagione ero sempre più vicina alla nazionale, ma senza riuscirci. Poi mi sono resa conto che, avendo la possibilità della doppia cittadinanza, quindi del doppio passaporto, grazie alla mia appartenenza alla comunità slovena in Italia, ho fatto questa scelta di gareggiare per la Slovenia. Dove ci sono meno atlete, però sono in media più forti, e quindi avrei qualche possibilità in più. Però sono sicura che nella squadra nazionale slovena non sarei solo un numero, ma una persona, un'atleta".
Una scelta che alleggerisce alcune difficoltà logsticihe, ma non toglie ogni peso: "Per gli sponsor sei un atleta professionista solo se sei in coppa del Mondo. Però non è così, io scìo 150-155 giorni all'anno, quindi per me è il mio lavoro. Ho iniziato quest'anno a frequentare una università online, perché sarebbe stato impossibile essere presente in sede. Quindi si è un atleta anche a livelli più bassi, anche a livelli di coppa Europa. Ed è sempre un po' difficile trovare sponsor, qualche azienda che sponsorizzi la mia stagione - finora sono stati sempre i miei genitori a sponsorizzarmi".
E la passione rimane intatta, anzi ne esce rafforzata, come dimostrano i suoi obiettivi e i suoi sogni: "Il sogno più grande è partecipare alle Olimpiadi di Milano-Cortina, che sono molto vicine, e forse è un sogno troppo grande da realizzare, ma ci credo e mi alleno per questo. Gli obiettivi più concreti e più vicini sono di qualificarmi nelle prime 30 in coppa Europa".

Valerio Fabbri