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Martedi, 27 marzo, la sessione straordinaria della Camera di Stato, per prendere atto della decisione del presidente della repubblica, Borut Pahor, di non proporre un mandatario per guidare un esecutivo-ponte fino alla scadenza naturale della legislatura. Lo ha stabilito il collegio di presidenza. A partire da martedi scatterà il termine di 14 giorni entro il quale i parlamentari stessi potranno proporre un mandatario, il che appare improbabile, ma non del tutto. Il passo successivo spetterà nuovamente a Pahor, con lo scioglimento della Camera di Stato e l'indizione delle elezioni. Considerati i termini di legge, si terranno a fine maggio o inizio giugno. Il collegio di presidenza ha cancellato la sessione ordinaria di aprile, ma l'attività parlamentare sarà comunque intensa, con diverse sessioni straordinarie, tra cui una incentrata sul riconoscimento della Palestina come stato indipendente.
L'iniziativa è del partito Sinistra, che ha raccolto 27 sottoscrizioni di deputati - ne sarebbero bastate 23 - per richiederne la convocazione. Ad appoggiare l'iniziativa deputati del Centro moderno del premier dimissionario Cerar, quelli del Partito dei pensionati, oltre che del proponente partito Sinistra e il parlamentare indipendente Matjaž Hanžek. Il tema è stato affrontato anche stamane in sede di collegio; alcuni gruppi parlamentari sono stati critici giudicando inopportuno affrontare un argomento cosi importante, quello del riconoscimento della Palestina, proprio alla scadenza del mandato del Parlamento. Particolarmente duro il capogruppo di Nuova Slovenia e presidente del Comitato Esteri, Jožef Horvat, che ha ha parlato di "iniziativa vigliacca", senza valide motivazioni. Di parere nettamente contrario Luka Mesec, capogruppo del partito Sinistra, secondo il quale la questione va affrontata in questa legislatura, per garantirne un epilogo dignitoso, con il riconoscimento dello stato di Palestina. Sulla stessa lunghezza d'onda il partito del centro moderno.