L'Unione Europea vuole dare ai consumatori e alle imprese un controllo maggiore su cio' che puo' essere fatto con i loro dati, chiarendo chi puo' accedere ai dati e a quali condizioni. E' questa la linea comunitaria indicata dalla responsabile della concorrenza e Vice Presidente della Commissione Vestager presentando la proposta di Data Act che stabilira', se accettato dal Consiglio e dall'europarlamento, le norme che disciplineranno chi puo' accedere ai dati generati nell'Unione Europea in tutti i settori economici. Si punta a stabilire con chiarezza chi e' proprietario dei dati relativi a un prodotto connesso che, spesso, sono raccolti esclusivamente dai produttori mentre potrebbero essere condivisi per fornire servizi post-vendita o servizi innovativi basati sui dati. Il Data Act prevede obblighi contrattuali per i fornitori di servizi cloud e un nuovo quadro di normazione per l'interoperabilita' dei dati e del cloud stesso. Va ad affrontare la delicata questione della condivisione dei dati che coinvolge i grandi fornitori di servizi cloud e il processamento dei dati che riguarda anche aziende come Amazon, Microsoft, Google. La proposta di legge prevede di servirsi dei dati in situazioni eccezionali come nel caso di inondazioni, in quanto finora l'accesso e' inesistente o tardivo. Questo problema chiama in causa le relazioni Europa-Stati Uniti sul trasferimento dei dati su cui non e' stato ancora trovato un accordo. Saranno interessati i fabbricanti di prodotti, i fornitori di servizi connessi immessi sul mercato europeo, i destinatari dei dati, gli enti del settore pubblico e le istituzioni, le agenzie o gli organismi europei che chiedono ai titolari dei dati di metterli a disposizione in caso di esigenza eccezionale, i titolari dei dati che forniscono tali dati e i fornitori di servizi di elaborazione che offrono tali servizi a clienti europei. Secondo Vestager il Data Act definira' chi potra' utilizzare quali dati e a quali condizioni, perche' si intende garantire una maggiore equita' nell'allocazione del valore creato da tali dati.

Franco de Stefani

Foto: EPA
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