Ci sono voluti sei anni ma alla fine il Momjanski muškat / Moscato di Momiano - con dicitura rigorosamente bilingue - da lunedì fa parte anche ufficialmente della lista dei vini europei con il marchio DOP. Una grande soddisfazione per i cinque vitivinicoltori della zona che producono questo tipo di vino e che assieme hanno avviato l'iter per il suo riconoscimento. Uno di loro è anche Rino Prelac che afferma "Siamo molto contenti e credo che il nostro vino se lo sia meritato anche perché nella zona geografica da noi predefinita, viene prodotta una varietà autoctona che nel tempo si è adattata a questo territorio e che da - rispetto al moscato dei vitigni di altre aree del Buiese o dell’Istria - un vino con eccellenti risultati organolettici e qualitativi”.
"Un progetto di particolare importanza per il futuro di Momiano e per le future generazioni di vitivinicoltori poiché riconosce il nostro prodotto e valorizza il nostro territorio a livello europeo" ci dice il giovane Patrik Sinković che si sofferma pure sulla denominazione bilingue: "Quella è una scelta che abbiamo fatto noi e che abbiamo fortemente voluto; non poteva essere diversamente visto l’ambiente bilingue in cui viviamo".
Da qualche migliaio di piante registrate una trentina di anni fa si è arrivati oggi ad una trentina di ettari di vigneti di moscato, ma nella zona protetta che va da Cremegne a Oscurus e attraverso Brić/Briz raggiunge Marussici c’è spazio - calcolano i nostri due interlocutori - per almeno altri 200 ettari. "L’intento del progetto era proprio quello di incoraggiare le future generazioni a coltivare, produrre, imbottigliare e quindi presentare a un mercato più vasto il moscato di Momiano onde promuovere e rendere riconoscibile a livello europeo questa fetta di territorio istriano" concordano Prelac e Sinković che assieme a Franco Kozlović, Marino Markezić e alla famiglia Brajko compongono la cerchia dei produttori di questo vino di elevata qualità e caratteristiche specifiche al quale è stata riconosciuta ora la denominazione d’origine protetta.
Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria
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